La blue economy, ovvero l’insieme dei settori economici connessi all’uso del mare, degli oceani e delle coste, ha una strada obbligata per crescere ancora e creare nuove opportunità di lavoro.
Questa strada è senza ombra di dubbio sull’ecosostenibilità.
Gli ambiti coinvolti sono svariati: trasporti marittimi e costieri, servizi portuali, cantieristica navale, pesca e acquacoltura, biotecnologie marine, turismo costiero e crocieristico, estrazione di risorse minerarie ed energetiche, generazione di energia marina da fonti rinnovabili, dissalazione acque marine, sicurezza marittima, osservazione oceanografica fino ai servizi ambientali forniti dagli ecosistemi marini.
Una risorsa che non può andare perduta e che finora è stato sottoutilizzato rispetto al suo enorme potenziale e alla prossima edizione di Ecomondo 2024 metteremo tutti questi temi sul tappeto.
A livello globale la blue economy vale circa 1.300 miliardi di euro e può più che raddoppiare entro il 2030.
In Europa, questa economia genera circa 665 miliardi di euro di fatturato e crea quasi 4,5 milioni di posti di lavoro.
Un dato in crescita ma che potrà avere un’impennata nei prossimi anni.
A confermare che il sistema mare nella nostra nazione sia in crescita, sono i dati contenuti nell’undicesima edizione del Rapporto sull’Economia del mare realizzato da Unioncamere.
Un business che al momento vale 52,4 miliardi di euro, il 3,3% del totale dell’economia e che dà lavoro a quasi 914mila persone.
Il 3,6% del totale dell’occupazione.
Tra le regioni italiane spicca l’Emilia-Romagna, che con i suoi 135 km di costa, è leader nei servizi ambientali forniti dal mare.
Una regione che, nonostante abbia solo uno sbocco sull’Adriatico, ha una forte presenza di acquacoltura e pesca, con centri per l’industria manifatturiera, offshore, cantieristica da diporto e infrastrutture portuali.
Se l’Emilia-Romagna, in gran parte non bagnata dal mare, riesce a essere eccellenza nel territorio italiano, è facile immaginare il potenziale in altre regioni della penisola, che sono bagnate su più lati se non circondate dal mare come le Isole.
In Italia, il turismo balneare costituisce già l’11,8% del pil, con un impatto significativo sull’occupazione.
Lo sviluppo del turismo esperienziale e dell’ecoturismo rappresentano una strategia per mitigare gli impatti ambientali e promuovere la sostenibilità.
Molto passa però dalla riqualificazione, dalla rigenerazione dei porti e delle aree costiere.
Sicurezza, sviluppo e innovazione, sostenibilità, con utilizzo di energie pulite, possono contribuire non solo a migliorare la qualità della vita e dell’ambiente circostante, ma aiutare a rilanciare il turismo.
Progetti di rigenerazione urbana degli spazi portuali dismessi, elettrificazione dei porti con utilizzo di energie pulite e rinnovabili, la riqualificazione delle aree urbane costiere, sono necessari per contrastare l’inquinamento e per la battaglia costante ai cambiamenti climatici che minacciano il nostro pianeta e il futuro delle nuove generazioni.
Un altro settore legato alla blue economy è rappresentato dalla pesca, fondamentale per l’economia locale perché impiega migliaia di persone.
Il settore deve affrontare sfide e nemici importanti come il cambiamento climatico, la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, e la sovrapesca.
Il 72% della superficie terrestre è coperta da oceani, che sono preziosi habitat e risorse per attività economiche e cibo.
Tuttavia sono minacciati dall’inquinamento da microplastiche, idrocarburi, erbicidi e farmaci, che compromettono opportunità di sviluppo sostenibile.
La Blue economy è essenziale per la transizione verde in Europa: pesca sostenibile, rinnovabili, acquacoltura e turismo contribuiscono agli obiettivi del Green Deal europeo, riducendo le emissioni di gas serra e proteggendo il capitale naturale.
L’adozione di pratiche sostenibili e l’innovazione tecnologica sono fondamentali per il futuro di questo importante settore, conciliando la creazione di lavoro e la crescita economica, la salvaguardia dell’ambiente marino e quindi il benessere del pianeta.