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Ecco la bozza del decreto che cambia il Superbonus: “Divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti” | Il documento

testo_dl_incentivi_16.02.23

Arriva il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi. Lo prevede una bozza del decreto in materia di cessione dei crediti di imposta relativi agli incentivi fiscali.

Le pubbliche amministrazioni, si legge nella bozza, “non possono essere cessionari dei crediti di imposta” derivanti dall’esercizio delle dello sconto in fattura o di una cessione.

Bozza che l’Osservatorio è in grado di pubblicare.

E basta questa norma a far scatenare la durissima replica della presidente dell’Ance Federica Brancaccio

“Se il Governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie”, spiega.

“Spero che si tratti di un errore. Non posso credere che il Governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo”, richiama la Brancaccio.

“E’ da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere”.  Una notizia che ha colto di sorpresa tutto il sistema Ance già in allarme per il protrarsi di una situazione di stallo che sta mettendo in ginocchio l’economia di interi territori visto il coinvolgimento di tutta la filiera dell’edilizia motore insostituibile del mercato interno. 

“Senza un segnale immediato da parte del Governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione. Come Ance ci siamo già fatti carico insieme ad Abi di individuare un’efficace via d’uscita compatibile anche con la recente pronuncia di Eurostat. Dobbiamo intervenire: non c’è più tempo”, conclude la Brancaccio. 

La nuova norma prevede anche maglie più larghe nei casi di violazione delle norme sulla cessione dei crediti fiscali relativi a bonus edilizi, come il Superbonus.  

Nello specifico, si stabilisce che, ferme le ipotesi di dolo, il concorso nella violazione che determina la responsabilità in solido del fornitore che ha applicato lo sconto e dei cessionari, “è in ogni caso escluso” per i cessionari che dimostrano di aver acquisito il credito di imposta e che siano in possesso di una specifica documentazione, relativa alle opere che hanno originato il credito di imposta.  

Tra i documento richiesti ci sono: titolo edilizio abilitativo degli interventi, oppure, nel caso di interventi in regime di edilizia libera, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, in cui sia indicata la data di inizio dei lavori ed attestata la circostanza che gli interventi di ristrutturazione edilizia posti in essere rientrano tra quelli agevolabili, pure se i medesimi non necessitano di alcun titolo abilitativo, ai sensi della normativa vigente; notifica preliminare dell’avvio dei lavori all’Azienda sanitaria locale; documentazione fotografica o video, su file geolocalizzato con firma digitale del direttore dei lavori, dalla quale consti l’effettività delle opere realizzate; visura catastale ante operam dell’immobile oggetto degli interventi, oppure, nel caso di immobili non ancora censiti, domanda di accatastamento; fatture, ricevute o altri documenti comprovanti le spese sostenute, nonché documenti attestanti l’avvenuto pagamento delle spese medesime. 

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