Sul Corriere della Sera Massimo Gaggi commenta i giorni travagliati di Joe Biden, che starebbe valutando di rinunciare alla corsa per le presidenziali. “Sono stati giorni terribili per il presidente quelli successivi al duello con Donald Trump, tra sondaggi nazionali apparentemente non troppo peggiorati e rilevazioni disastrose negli Stati in bilico, quelli essenziali per la rielezione. E col moltiplicarsi delle voci che dalla Casa Bianca descrivevano un leader che nell’ultimo anno ha dato segni crescenti di deterioramento delle capacità cognitive, ma che ha sempre trattato malissimo chi provava ad accennare a quei segnali di senilità.
Col risultato di spingere i suoi consiglieri a presentargli, nei rapporti quotidiani, una versione edulcorata della realtà mentre il gruppo dei personaggi più ascoltati dal presidente si è sempre più ristretto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso l’ha distillata lo stesso Biden martedì sera quando ha sfoderato un’altra giustificazione che sa di autogol: «Lo so, non sono stato brillante durante il dibattito, anzi per poco non mi addormentavo sul palcoscenico. Ma è colpa dei viaggi faticosi che ho fatto prima: due volte in giro per il mondo. Ho fatto troppa politica estera».
Insomma, un ennesimo tentativo di giustificarsi che si è ritorto contro di lui. Da qui la furia dei governatori e parlamentari democratici che temono una débâcle che potrebbe andare ben oltre la Casa Bianca. E allora, dopo giorni in cui i parlamentari democratici hanno espresso anonimamente il loro allarme, ecco la richiesta di un confronto che il presidente ha avuto in queste ore coi governatori degli Stati a guida democratica e coi leader della sinistra di Camera e Senato: formale sostegno al presidente ma, a porte chiuse, anche un monito sulla responsabilità storica che si porterà nella tomba se per la sua ostinazione i democratici consegneranno a Trump non solo la Casa Bianca ma anche il controllo del Congresso”.