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Cresce l’export dei distretti agroalimentari italiani nel primo semestre | L’analisi di Intesa Sanpaolo

Monitor_dei_Distretti_Agro-alimentari_novembre_2024

Continua la crescita sui mercati esteri dei distretti agroalimentari, che dopo aver chiuso il primo trimestre del 2024 con un incremento tendenziale del 6,6%, proseguono allo stesso ritmo nel secondo trimestre, con un progresso del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2023.

I primi sei mesi dell’anno consentono di raggiungere oltre 14 miliardi di euro di esportazioni a valori correnti, il 6,5% in più (ossia 857 milioni) rispetto alla prima metà del 2023.

È quanto emerge dal Monitor dei distretti agroalimentari italiani al 30 giugno 2024, curato dal Research Department di Intesa Sanpaolo.

L’evoluzione è in linea con quella del totale agroalimentare italiano (+7,4%), di cui i distretti rappresentano il 44% in termini di valori esportati.

La dinamica è più vivace rispetto a quella degli altri distretti manifatturieri italiani, che restano sostanzialmente stabili nel secondo trimestre dell’anno (+0,4%).

La filiera dei distretti vitivinicoli, che rappresenta circa un quarto del totale export dei distretti agroalimentari, chiude sostanzialmente invariata il primo semestre del 2024 con quasi 3,3 miliardi di export (+0,7% tendenziale).

Il distretto più importante in termini di valori esportati, quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, chiude il semestre con un calo tendenziale del 4,7%.

Rallenta ma resta in territorio ampiamente positivo, il distretto dei Vini del Veronese (+6,7%); stessa dinamica per i Vini dei colli fiorentini e senesi (+3,6%), mentre il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene accelera nel secondo trimestre e chiude il semestre con un progresso del +6,1%.

La filiera della pasta e dolci continua ad avanzare a ritmo serrato sui mercati internazionali: nei primi sei mesi del 2024 realizza quasi 2,3 miliardi di export (+6,2% rispetto allo stesso periodo del 2023) grazie allo sprint del secondo trimestre (+8,3% tendenziale).

Tra i distretti della filiera, va segnalata la dinamica molto positiva dei Dolci di Alba e Cuneo, che realizza quasi 150 milioni di esportazioni in più rispetto al primo semestre del 2023 (+21%).

Molto positivo anche l’andamento dei Dolci e pasta veronesi, con 27 milioni in più (+15%).

Arretra leggermente sui mercati esteri il comparto pasta dell’Alimentare di Parma (mentre guadagna terreno il comparto conserve del distretto): sono circa 17 milioni in meno nel semestre (-2,8%).

Accelera anche la filiera dei distretti agricoli portando il risultato semestrale in progresso del 2,2% rispetto alla prima metà del 2023.

Tra i distretti che lo compongono, il contributo maggiore viene dalle Mele dell’Alto Adige, con un balzo del 22,5% nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2023.

Molto positiva anche la dinamica dell’Ortofrutta di Catania (+12% nel bilancio semestrale).

Lieve progresso per l’Ortofrutta romagnola (+2,6%).

In forte arretramento invece la Nocciola e frutta piemontese (-21%).

Anche la filiera delle conserve contribuisce positivamente alla dinamica dell’export dei distretti agroalimentari, con un +5,8% nel primo semestre del 2024 corrispondente a un incremento di 88 milioni.

Molto bene il comparto conserve dell’Alimentare di Parma: +16% nel primo semestre, ossia 35 milioni in più (tale da compensare l’andamento negativo del comparto pasta e dolci del distretto).

Buon risultato anche per l’Alimentare napoletano, che realizza un incremento di 21 milioni nel semestre nel comparto conserviero (+9%), ma non riesce a compensare l’andamento negativo del comparto pasta e dolci: nel complesso il distretto arretra del 2,6% nel semestre.

In territorio positivo anche il maggior distretto della filiera, le Conserve di Nocera, (+5,4%).

La filiera delle carni si mantiene positiva nel primo semestre del 2024 (+3,8%) nonostante il rallentamento del secondo trimestre (+1,5%).

Si distinguono i Salumi del modenese, con 23 milioni di euro in più nei primi sei mesi del 2024 (+5,4% rispetto allo stesso periodo del 2023).

Buoni risultati anche per le Carni di Verona (+3,5% nel semestre).

Performance positiva anche per i Salumi di Parma (+6%).

In contrazione le Carni e salumi di Cremona e Mantova (-4%).

Nella filiera del lattiero-caseario, che nel complesso avanza del 4,1% nel semestre (50 milioni di euro in più), si distingue il Lattiero-caseario parmense (+38%).

Arretrano leggermente il Lattiero-caseario della Lombardia sud-orientale (-4,4%) e la Mozzarella di bufala campana (-3,6%).

Avanza anche la filiera del caffè (+10% tendenziale nel primo semestre del 2024): bene il Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+7,4%).

Positivi anche il Caffè di Trieste (+15,3%) e il Caffè e confetterie del napoletano (+13,8%).

La filiera dell’olio è quella che contribuisce maggiormente alla crescita delle esportazioni dei distretti agroalimentari nel semestre: 390 milioni di export in più (+59%), di cui 293 realizzati dal distretto dell’Olio toscano (+63% nel semestre).

Positivo anche l’andamento dell’Olio umbro (+44%) e del comparto oleario dell’Olio e pasta del barese (+57%).

Le prime stime Ismea sulla campagna 2024-2025 indicano una leggera ripresa in termini quantitativi, ma non sufficienti a recuperare le due passate annate, caratterizzate da un forte calo produttivo dovuto ai cambiamenti climatici.

Questo ha fortemente influenzato il mercato dell’olio, che ha visto un notevole innalzamento dei prezzi, tuttora su livelli elevati.

La filiera del riso recupera con un +2,1% nel secondo trimestre: il bilancio del semestre vira in territorio leggermente positivo (+0,6%).

I due distretti si muovono all’unisono: +0,5% per il Riso di Vercelli, +0,7% per il Riso di Pavia.

Bene, infine, il distretto dell’Ittico del Polesine e del Veneziano (+13,7%).

La Germania si conferma il primo partner commerciale per i prodotti dei distretti agroalimentari nel primo semestre 2024 (+3,4% tendenziale); incrementi a doppia cifra verso gli Stati Uniti (+16,2%) bene anche i flussi destinati alla Francia (+3,6%), stabile il Regno Unito (+0,5%).

Le economie emergenti, che rappresentano il 20% del totale delle esportazioni distrettuali agroalimentari, crescono più delle economie avanzate sia nel secondo trimestre (+9,4% vs.

+5,5%), sia considerando il primo semestre nel complesso (+9,9% vs.

+5,7%).

Tra queste vanno segnalate Polonia (+11,4%), Repubblica Ceca (+13,8%) e Romania (+13,4%); positivi i flussi anche verso Russia (+18,9%) nonostante la frenata del secondo trimestre (-9,5%); stabili in Cina (rispettivamente +2,9% e -0,6%).

Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo ha dichiarato: “La filiera agroalimentare rappresenta anche nel 2024 l’elemento centrale dell’export italiano, con prodotti sempre più competitivi all’estero grazie al rispetto di alti standard qualitativi, del valore dei territori e specchio di un tessuto imprenditoriale sano.

In questo contesto Intesa Sanpaolo è impegnata a favorire il continuo sviluppo del settore e la transizione digitale, tecnologica ed energetica per la salvaguardia dei consumatori e dell’ambiente attraverso il programma Agribusiness e il piano ‘Il tuo futuro è la nostra impresa’, che dedica all’agroalimentare italiano 15 miliardi di euro di risorse.”

Intesa Sanpaolo nel 2024 a beneficio del comparto agroalimentare e dell’ambiente ha sviluppato una serie di interventi tra cui:

· Supporto alle filiere agroalimentari attraverso Programma Sviluppo Filiere, con 170 contratti di filiera gestiti nel comparto per rafforzare le esportazioni e agevolare l’accesso al credito.

· Accordo con MASAF (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) e Cassa Depositi e Prestiti per promuovere politiche creditizie e sinergie destinate allo sviluppo del settore agricolo e agroalimentare, anche in relazione alle misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e in base a cui Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione del settore 20 miliardi di euro per il rilancio dell’agricoltura italiana.

· Il primo accordo nazionale da Intesa Sanpaolo e ACEA per la salvaguardia e la gestione sostenibile dell’acqua nei processi produttivi delle aziende, grazie al quale la prima Banca italiana, che mette a disposizione 20 miliardi di euro, e il primo operatore idrico a livello nazionale puntano a sviluppare nuove iniziative sistemiche con soluzioni innovative per favorire un uso efficiente dell’acqua, anche a favore delle imprese del settore agroalimentare.

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