Il governo tedesco si era espresso contro l’ipotesi di acquisto di Commerzbank da parte di UniCredit protestando che non si trattava di un’offerta amichevole da parte di una banca italiana.
Ma quando la stessa banca ha annunciato un OPS (offerta pubblica di scambio) per acquisire Banco Bpm, ecco che il vicepremier Salvini si è subito opposto protestando che UniCredit sia una banca straniera (di quale paese?) e addirittura il ministro Giorgetti ha accusato di non esserne stato avvertito e che comunque potrebbe utilizzare il Golden Power (!)
UniCredit è dunque una banca apolide e non può disturbare né il governo tedesco, alle prese con un sistema bancario poco efficiente, né quello italiano che pensa di costruire un terzo polo bancario con Bpm e Mps, senza tener presente che quel polo può essere terzo solo se UniCredit è considerata italiana, se no diventerebbe il secondo e l’Italia si priverebbe di una grande banca.
Nessuno scandalo se i governi si sentono coinvolti nei processi di fusione di banche di cui posseggono una qualche partecipazione ed è difficile dire che tutto debba essere lasciato a un mercato che, quando ha problemi, chiede aiuto al governo.
Ma si tratta sempre di mettere in campo, tra stato e mercato, una collaborazione intelligente, dove l’aggettivo sia più importante del sostantivo.