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Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori: «I fondi europei sono occasione per una rigenerazione urbana in chiave green»

«Creare città policentriche, in cui muoversi nell’arco di 30 minuti, con sistemi di mobilità pubblica che limitino l’uso dei mezzi privati al solo ultimo miglio; riattivare i servizi ecosistemici per una simbiosi tra città e campagna, mettendo le persone al centro di ogni processo; contrastare i cambiamenti climatici; usare in maniera integrata energie e risorse economiche pubbliche e private: queste le sfide che impongono il cambiamento degli strumenti di lavoro di citymaker e cityplanner». 

Lo ricorda il Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, che si propone di stimolare l’agenda politica dei prossimi mesi sull’uso delle ingenti risorse che arriveranno dall’Europa per ridisegnare città e territori.

Ciò che occorre, secondo il Consiglio Nazionale, è «una revisione delle regole del governo del territorio, passando dal sistema delle conformità a quello strategico, per rendere fattibili quegli interventi necessari alla rigenerazione urbana prospettati dalla visione europea che, se declinati in chiave green, rappresentano una condizione necessaria per l’erogazione del Recovery Fund».

«Le nostre città devono avere gli strumenti per evolversi e per dare una risposta alla domanda di qualità di vita delle persone che, nell’anno della pandemia, è ancora più forte: le regole non possono più essere quelle desuete, definite quasi un secolo fa, quando occorreva regolare la crescita delle città con piani ordinati e funzionali: piani, però, che hanno prodotto realtà che impongono di essere rigenerate perché senza qualità e bellezza».

«Il 2020 rappresenterà l’anno della crisi sanitaria, dei lutti e della crisi economica, ma potrà anche essere l’anno delle prospettive inedite. L’Unione Europea, dopo aver assunto finalmente un ruolo centrale di prospettiva politica e di coordinamento dell’indirizzo economico verso la scelta “green” quale principale motore economico del continente, ha attivato forme di finanziamento impensabili un anno fa».

Su questi temi, la massima rappresentanza ordinistica di architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori ha organizzato, in data 18 dicembre, un convegno online dal titolo “Politiche urbane territoriali per un New Green Deal italiano”. Nel corso dell’evento esperti, politici e rappresentanti delle istituzioni hanno discusso del piano Next Generation EU e della necessità di evoluzione delle nostre città, mettendo a confronto pratiche italiane ed europee. A concludere i lavori, il senatore Andrea Ferrazzi e il Sottosegretario al Mit Salvatore Margiotta in qualità, rispettivamente, di primo firmatario del disegno di legge 113 sulla rigenerazione urbana – in questi giorni in discussione al Senato – e di responsabile per il governo per quanto attiene alla gestione del territorio.

Un disegno di legge che, commenta il Consiglio Nazionale, «affronta finalmente il tema della rigenerazione urbana quale cura contro il consumo di suolo, quale “summa” delle sostenibilità in campo ambientale, economico e sociale, proponendo una agenzia nazionale per le città che permetta di indirizzarne in maniera coordinata gli interventi necessari al recupero delle parti degradate, periferiche o centrali, e la creazione di un fondo strutturale per la rigenerazione urbana: strumenti, questi, che ci trovano pienamente concordi».

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