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Innocenzo Cipolletta (economista): «È il catastrofismo che fa vincere le opposizioni»

Le elezioni sono sempre più vicine, così come l’arrivo di un nuovo governo, che – secondo quanto riportano le statistiche – potrebbe essere guidato dall’attuale opposizione. Ad approfondire il tema è l’economista Innocenzo Cipolletta. «Gli italiani finiscono sempre (o quasi) per votare l’opposizione rispetto al governo in carica».

«È così che nel tempo ha vinto Forza Italia che prometteva volti nuovi, poi la Lega che puntava alla secessione del Nord; quindi, il Movimento 5 Stelle che voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno e oggi Fratelli d’Italia che promette cambiamenti costituzionali. Domani toccherà ad un’altra forza politica che finirà per vincere contro il governo che uscirà dalle prossime elezioni e che avrà necessariamente fallito, perché eletto con la promessa di una rivoluzione che non ci sarà».

«Perché questa tendenza? Forse una colpa l’abbiamo anche noi economisti, dediti spesso a formulare analisi catastrofiche sul declino irreversibile dell’Italia: crescita zero, produttività negativa, istruzione pessima, ricerca e digitale scadenti, servizi inefficienti, imprese troppo piccole, sindacati retrogradi, imprenditori assistiti, giovani sfaticati, concorrenza inesistente, assistenza diffusa, oltre a debito pubblico alto e molte altre cose che non vanno, “a differenza” di altri paesi», scrive sul magazine online di cui è presidente del comitato editoriale, InPiù.net.

«Lungi da me dire che tutto vada bene. Ma è vero che ci sono anche molte cose che ci caratterizzano positivamente: siamo un forte paese manifatturiero, con grande spirito imprenditoriale e con lavoratori che sanno produrre. Abbiamo superato la pandemia grazie a un buon sistema sanitario. Abbiamo istituzioni salde sopravvissute a governi bizzarri. I nostri giovani, all’estero non sono secondi a nessuno».

«L’Italia non è in declino e non è alle prese con nessun male oscuro. Se vogliamo migliorare il nostro paese dobbiamo iniziare a basarci anche sui nostri punti di forza e non solo sulle analisi dei difetti. E forse finiremo anche per essere meno schizofrenici quando andremo a votare e potremo così avere qualche governo che duri quel tempo necessario per migliorare un paese dove comunque è dolce vivere».

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