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Carlo Cimbri (presidente Unipol): «Punteremo a sostenere le imprese italiane»

Le assicurazioni dovrebbero investire di più in infrastrutture e imprese della penisola, soprattutto in uno scenario economico che è rapidamente mutato, con la ripresa dei tassi d’interesse e dell’inflazione. Finora hanno sostenuto l’Italia detenendo una fetta decisamente rilevante del debito pubblico italiano, ma ora sarebbe importante sostenere anche direttamente l’economia nazionale. A dirlo del presidente di Unipol, Carlo Cimbri, che a MF-Milano Finanza dice di essere convinto che il rialzo dei prezzi a cui stiamo assistendo non sarà solo una breve fiammata dettata dai rincari energetici provocati dalla guerra in Ucraina ma sarà destinato a durare qualche anno.

Nonostante il calo programmato, i Btp rappresentano ancora il 35,9% degli investimenti di Unipol con i titoli obbligazionari che complessivamente valgono il 79,7%. Come vi riposizionerete nel nuovo scenario?

«Bisognerà adattarsi ad una nuova realtà dettata dalla ripresa dei tassi d’interesse e, in questo scenario, vedo con favore un sostegno diretto all’economia italiana. L’acquisto dei Buoni del tesoro pluriennali è una forma di sostegno all’Italia e al suo debito pubblico ma il settore assicurativo, che investe in un’ottica di medio-lungo termine, può avere un ruolo determinante anche per puntare più direttamente sulle imprese e sulle infrastrutture italiane, e l’aumento dei tassi d’interesse potrebbe accelerare questo processo».

Cosa comporta per le compagnie di assicurazione il rialzo dei tassi d’interesse?

«Di per sé, tassi più alti non sono un problema per la nostra industria, ma è invece cruciale la velocità del rialzo in uno scenario in cui c’è anche una forte spinta inflattiva».

E l’inflazione come cambierà il business?

«E un fenomeno mai vissuto prima dalle nuove generazioni e tra l’altro la mia impressione è che non sarà qualcosa che si debella in un anno, tornando rapidamente all’1%. Sarà probabilmente più lungo e dovremo imparare a convivere con l’inflazione per i prossimi 2-3 anni. Forse non a questi livelli ma neppure a quelli di un anno fa, e molto dipenderà dalle politiche delle banche centrali. Mentre per quanto riguarda il settore assicurativo, parlando per dell’auto l’inflazione incide sui costi di riparazione ma anche inevitabilmente sui prezzi che sono in deficit tecnico rispetto a quelli che dovrebbero essere».

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