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Carlo Nordio (ministro Giustizia): «Mettere il pubblico ministero sotto l’Esecutivo è una bestemmia»

“Vogliamo fare il pubblico ministero elettivo? A me non piacerebbe. Vogliamo renderlo sotto l’esecutivo? Meno che mai, lo ritengo una bestemmia. Vogliamo però rimodulare i suoi poteri rispetto la polizia giudiziaria in modo che non possa più avere questo potere senza rispondere a nessuno?

Questa secondo me è la strada da seguire, quella anglosassone, o meglio britannica, in cui il pm non è il capo effettivo della polizia giudiziaria ma l’avvocato dell’accusa, che dà alle indagini della polizia una veste legale e una garanzia di legalità”.

Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, esponendo le linee programmatiche del suo dicastero davanti la Commissione Giustizia della Camera.

“Qualcuno ha detto che mi sono scatenato contro i pubblici ministeri: ma figuratevi se uno che ha fatto il pubblico ministero per quarant’anni può scatenarsi contro i suoi colleghi”, ha detto ancora Nordio: “E’ stato detto che nella separazione delle carriere vogliamo costituire un primo passo verso la soggezione all’Esecutivo: potete pensare che una persona che è entrata in magistratura 45 anni fa, perché desiderava essere un elemento della giurisdizione libera, autonoma e indipendente e ha esercitato per 40 sempre la funzione di sostituto procuratore della Repubblica, possa auspicare, prevedere o addirittura volere una soggezione del potere del pubblico ministero al potere esecutivo? È quasi un’offesa personale nei miei confronti”.

“La separazione delle carriere – ha precisato il Guardasigilli – non significa affatto primo passo verso la soggezione all’esecutivo: questa è una vuota metafisica dell’intelletto speculativo o un trucco verbale per evitare un problema che invece esiste.

Il pubblico ministero italiano è l’unico organismo al mondo che eserciti un fortissimo potere senza nessuna responsabilità.

Il pubblico ministero italiano, dopo l’entrata in vigore del Codice del 1988, è il capo della polizia giudiziaria, ma a norma della Costituzione gode delle stesse garanzie di indipendenza e autonomia del giudice.

Quando è stato elaborato il Codice del 1930, il modello che i padri costituenti avevano davanti, tutto questo non esisteva e quindi la Costituzione del 1948 ha attribuito al pm giustamente le guarentigie del giudice; ma quando nel 1988 al pm sono stati conferiti i poteri immensi di dirigere la polizia giudiziaria, mantenendo le stesse guarentigie del giudice, è stato prodotto uno sbilanciamento dei poteri, perché in questo modo il pm è l’unico organismo al mondo che eserciti un potere esecutivo senza reale responsabilità”, ha concluso il ministro.

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