Scampato il pericolo di un governo di ultra-destra in Francia adesso resta l’incertezza sulla governabilità del paese che “impedisce al mercato di festeggiare appieno”.
Lo sottolinea in un’intervista all’Adnkronos l’economista Carlo Altomonte professore di Politica economica europea alla Bocconi sugli esiti del secondo turno delle legislative francesi.
“Il risultato elettorale ha mostrato, a sorpresa, un elettorato abbastanza omogeneamente diviso tra destra, centro e sinistra.
Uno scenario che evita gli scenari peggiori, ossia un Parlamento dominato dalle estreme (Marine Le Pen o Jean-Luc Melenchon), con programmi di spesa pubblica che avrebbero velocemente causato instabilità finanziaria sul debito francese”, afferma.
“Ma al momento non è chiaro quale sia il livello di governabilità in Francia (contrariamente a noi, non sono abituati ai governi di coalizione), e probabilmente non lo sarà per diverse settimane.
Questa incertezza di fondo impedisce al mercato di festeggiare appieno lo scampato pericolo”, osserva.
Piuttosto, il voto anticipato francese per Altomonte modifica ancora una volta gli assetti che si vanno definendo in Europa dopo le elezioni di giugno, in un modo non necessariamente favorevole all’Italia, per almeno un paio di ragioni.
Primo, dice, “la sconfitta in patria obbliga Marine Le Pen a cercare subito una legittimazione europea.
È di questi giorni la notizia della creazione del nuovo gruppo dei ‘Patrioti’ al Parlamento europeo orchestrato dal premier ungherese Orbàn, cui hanno già aderito la Lega di Matteo Salvini e gli spagnoli di Vox (abbandonando il gruppo Ecr della Meloni)”.
“Non sorprendentemente, poche ore fa anche i 30 parlamentari del Rn sono confluiti nel nuovo gruppo, che ha nominato Jordan Bardella come Presidente.
I Patrioti diventano dunque il terzo più importante gruppo al Parlamento Europeo, superando Liberali e Ecr”, osserva l’economista.
Secondo, per Altomonte, “il nuovo governo francese verosimilmente avrà una maggioranza non molto diversa da quella di popolari, liberali e socialisti che oggi governa in Europa, dunque mantenendo il paese in linea con Parlamento e Consiglio europei.
Al momento è dunque probabile un ruolo importante per la Francia nell’assegnazione delle deleghe dei nuovi Commissari europei, a scapito dell’Italia, il cui peso politico in questo frangente si riduce”.
Su tutto questo sarà evidentemente cruciale, aggiunge, “il posizionamento dei voti italiani a favore o contro l’elezione di Ursula von der Leyen alla Presidenza della Commissione europea il prossimo 18 luglio”.