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Paolo Calcagnini (Vice direttore generale CDP): «Siamo pronti a gestire il fondo ‘Patrimonio Destinato’»

“Cdp si è già strutturata e ha avviato le attività propedeutica in vista del tempestivo avvio dell’operatività appena sarà completato l’iter normativo”. Ad affermarlo è il vice direttore generale di Cdp Paolo Calcagnini nel corso della sua audizione davanti alle Commissioni riunite Finanze e Attività   produttive della Camera in merito all’avvio del fondo pubblico ‘Patrimonio Destinato’ la cui gestione è affidata appunto a Cassa Depositi e Prestiti. “Siamo pronti a procedere con la massima tempestività e rapidità alle analisi delle operazione dei soggetti interessati”, aggiunge.       

Il fondo ‘Patrimonio Destinato’ è stato affidato alla Cdp “a sostegno delle imprese e per favorire il loro rilancio”. Le imprese che potranno beneficiare di questo fondo sono società, con sede legale in Italia, con un fatturato superiore a 50 milioni di euro. Le imprese che soddisferanno questi requisiti ma anche altri potranno accedere a due tipologie di intervento: per quanto riguarda l’operatività a ‘temporary framework’ i cui interventi dovranno essere erogati entro settembre 2021 “a meno di deroga”, sottolinea Calcagnini, “gli strumenti a disposizione sono 4: aumenti di capitale, prestito obbligazionario convertendo, prestito obbligazionario subordinato convertibile e prestito obbligazionario subordinato”.        Nell’ambito dell’operatività a condizioni di mercato, gli strumenti a   disposizione delle imprese che richiederanno al Patrimonio di coinvestire con investitori privati sono l’aumento di capitale e il prestito obbligazionario convertibile.       

“E’ stata espressa nei commenti politici la preoccupazione che Patrimonio Destinato finisca per essere l’avvio di una nuova Iri: questa impostazione mi sembra esclusa”. Lo ha voluto precisare Alessandro Rivera, direttore generale del  Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia, nel corso di  un’audizione alla Camera.

Rivera ha infatti sottolineato la “temporaneità del Patrimonio destinato, che cessa 12 anni dopo la sua costituzione, ma anche la condizione che il Patrimonio destinato sia sempre un investimento di minoranza e che vengano inclusi sempre meccanismi contrattuali idonei a consentire il disinvesimento”. Inoltre “la Commissione, su tutti gli  interventi a mercato, vigilerà attentamente sulle operazioni per assicurare che non ci siano operazioni surrettizie di aiuti di Stato”.

In merito al rischio che l’intervento di Patrimonio destinato possa riguardare aziende “decotte”, Rivera ha osservato che “si applicano le  condizioni pilastro dell’operatività a mercato. Non sono aiuti di Stato, né operazioni di salvataggio”. Quanto alle risorse, Rivera ha sottolineato che “la dotazione prevista dalla legge, superiore a 40 miliardi, sembra allo stato delle informazioni che abbiamo raccolto abbondantemente sufficiente a sostenere le finalità del Patrimonio Destinato”.   

“La nostra stima è di 2.900 imprese astrattamente idonee ad avere accesso al Patrimonio destinato”, ha spiegato, ribadendo che “la nostra valutazione al momento è che non arriveremmo, anche considerata una durata complessiva oltre settembre, a esaurire il plafond di risorse che abbiamo stimato. Anche in scenari in cui i tiraggi vanno oltre le stime attuali resteremmo al di sotto dei 44 miliardi stanziati”. 

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