Fermare la ratifica del MES significa farsi un autogol. Per quanti dubbi si possano nutrire sul merito della riforma del MES, per mettere il veto (perché l’approvazione richiede l’unanimità e tutti gli altri paesi hanno già ratificato) occorre avere un argomento davvero molto forte: nuoce all’economia o alla sicurezza nazionale. In realtà non vi è nulla di questo, ma solo il retaggio di uno storico euroscetticismo di una parte della maggioranza di governo; retaggio che in questi giorni viene riattivato strumentalmente per la propaganda elettorale in vista delle elezioni europee. Ed è proprio questo che fa danni all’Italia. Lo spread Italia è ormai stabilmente fra 40 e 50 punti base sopra quello della Grecia.
Fra le spiegazioni del successo della Grecia, l’agenzia di rating DBRS Morningstar ha citato, oltre all’ottima performance economica di Atene, i buoni rapporti fra il governo di Mitsotakis e le istituzioni europee; buoni rapporti che aiutano anche su altri terreni come quello delle migrazioni e della politica estera (rapporti con l’ingombrante vicino turco). L’Italia non può chiedere all’Europa di farsi carico dei migranti che arrivano a Lampedusa e poi bloccare, senza una buona ragione, una riforma per la cui approvazione molti governi hanno dovuto spendere un notevole capitale politico. Questo innervosisce i leader degli altri paesi e nuoce anche alla cosiddetta “logica di pacchetto”. È solo un autogol o, per essere più chiari, masochismo “tafazzista” allo stato puro.