Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Auto, perché la normativa Ue va cambiata | L’analisi di Jonathan Pitkänen, responsabile ricerca sul credito Ig

Il settore automobilistico riveste un’importanza vitale in Europa.

Contribuisce alle attività di ricerca e sviluppo e, direttamente o indirettamente, occupa moltissimi lavoratori nelle tre maggiori economie dell’Ue (Germania, Francia e Italia).

Inoltre, il comparto rappresenta anche il più grande emittente europeo di obbligazioni societarie non finanziarie.

Tuttavia, il settore si sta con tutta probabilità dirigendo oggi verso un periodo di redditività inferiore rispetto alla media a causa di quattro fattori principali: le relazioni sindacali, la diffusione di veicoli elettrici a batteria (Bev), la normativa sulle emissioni e la situazione economica in Cina.

Il settore automobilistico, sia in Europa che nel Nord America, è fortemente sindacalizzato.

Molte case automobilistiche del Vecchio Continente non sono state in grado di reagire con sufficiente prontezza alle evoluzioni del quadro normativo, delle dinamiche di mercato e delle abitudini dei consumatori proprio a causa di una certa rigidità che caratterizza questo settore provocata dalla sua lunga tradizione sindacale.

Ad esempio, i tentativi di Volkswagen di ridurre i costi e riportare il marchio a una redditività sono stati ostacolati dai contratti di lavoro collettivi a lungo termine dei suoi dipendenti che rendono licenziamenti e chiusure di stabilimenti quasi impossibili da realizzare.

L’espansione delle vendite di veicoli elettrici a batteria (Bactery Electric Vehicle, Bev) è rallentata sia in termini di crescita assoluta delle vendite sia, soprattutto, a causa del calo della fiducia dei consumatori.

La cancellazione degli incentivi per i Bev in Germania spiega in gran parte l’inversione di questo trend.

Tuttavia, anche escludendo la Germania, la crescita di Bev resta anemica.

Quasi sicuramente le case automobilistiche europee non raggiungeranno gli attuali obiettivi di emissioni e le ammende previste ammontano a 95 euro per ogni grammo di Co2/km eccedente il limite.

Le quantità consentite di emissioni di Co2 in Europa sono state significativamente ridotte in vista del 2025, e per raggiungere il nuovo obiettivo sarebbe necessario che circa il 22% delle vendite fosse costituito da Bev, che tuttavia rappresentano meno del 13% delle vendite a luglio 2024.

Le case automobilistiche europee hanno esercitato pressioni sui policymakers sia direttamente sia attraverso l’Associazione dei Costruttori Automobilistici Europei.

La normativa Ue sulle emissioni dovrà pertanto essere allentata per non compromettere in misura significativa la redditività dei costruttori di auto europei.

Il governo italiano, riconoscendo i pericoli della legislazione nella sua forma attuale, ha già chiesto di modificare la normativa.

In conclusione, quindi, dopo l’eccezionale redditività registrata dalle case automobilistiche europee all’indomani delle restrizioni dovute al Covid-19, il settore si trova ora ad affrontare sfide senza precedenti.

I saldi di cassa di molti dei principali costruttori europei, accumulati negli ultimi tre anni, sono in ottima forma, ma saranno messi alla prova da una tempesta in arrivo.

Parte del problema potrebbe essere evitato se le normative venissero allentate, o se venissero approvate/rafforzate le sovvenzioni per le vendite di veicoli elettrici a batteria.

Pare tuttavia difficile non giungere alla conclusione che le case automobilistiche saranno duramente penalizzate dai fattori sopra descritti.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.