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Arrivata dall’Europa la prima rata da 25 miliardi del Pnrr

La prima rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da 25 miliardi su 191,5 – da spendere entro il 2026 – è un primo assegno che Bruxelles stacca all’Italia per spingerne la ripartenza. Un tempo, neanche troppo lontano, con cifre del genere ci facevi una Finanziaria. Nell’era pandemica, questa prima imminente rata rappresenta appena un acconto.

Aggiungendo che il bonifico più alto nella storia d’Italia, e forse d’Europa a un singolo Paese, finirà nelle prossime ore (si dice lunedì) dritto in un doppio conto di tesoreria del ministero dell’Economia, scrive La Repubblica.

Di lì prenderà la via di enti locali e ministeri che dovranno tradurlo in progetti e investimenti: 105 in soli 5 mesi. Non sarà però sempre così. La regola che caratterizza i fondi del Recovery non è quella dell’anticipo (ti do i soldi e tu li spendi) o del piè di lista (mi mandi lo scontrino e io rimborso, come coi fondi strutturali europei). Con il Pnrr la musica cambia.

Con l’eccezione dei 25 miliardi, il resto del super bottino targato Ue – fatto di sovvenzioni, ma anche prestiti perché nessun pasto è mai gratis sarà via via anticipato dall’Italia, messo a fruttare nei progetti individuati dal governo e approvati da Bruxelles e solo dopo reintegrato dall’Europa nel bilancio italiano qualora i “target e milestones”, gli obiettivi e i traguardi saranno centrati.

Non conta solo spendere nei tempi, ma farlo bene. Tecnicamente i soldi atterrano nel “Fondo di rotazione per l’attuazione del Next Generation Eu-Italia” creato dalla legge di bilancio dell’ultimo governo Conte, nel dicembre scorso. I 25 miliardi troveranno compagnia, perché il Fondo è già stato dotato di 32,8 miliardi di risorse nazionali per il 2021 (40,3 per il 2022, 44,6 per il 2023). Risorse versate in due distinti conti correnti infruttiferi che hanno amministrazione autonoma e costituiscono gestione fuori bilancio: uno intitolato “Contributi a fondo perduto” e l’altro “Contributi a titolo di prestito”.

Anche i 25 miliardi in arrivo hanno questa duplice natura perché rappresentano il 13% di tutte le sovvenzioni (68,9 miliardi in totale) e il 13% dei prestiti (122,6 miliardi): 9 e 16 miliardi, rispettivamente. Per un totale di 25 miliardi, appunto. La prima tranche del Recovery planerà dunque nei due conti correnti del ministero dell’Economia che a sua volta erogherà le somme alle amministrazioni titolari degli interventi del Pnrr con versamenti in apposite contabilità speciali.

L’obbligo, per queste amministrazioni, sarà poi di rendicontare periodicamente al ministero dell’Economia l’uso delle risorse, lo stato di attuazione dei progetti, il grado di raggiungimento dei risultati previsti (i famosi “target e milestones”) perché poi il governo italiano sia in grado di riportare il tutto alla Commissione europea. In attesa dell’ok e delle altre rate

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