Italiadecide ha come essenziale finalità quella di contribuire alla qualità delle politiche pubbliche, qualità che naturalmente si misura con l’efficacia delle soluzioni adottate, ma che contempla – e direi necessariamente – la coerenza delle soluzioni stesse con il quadro costituzionale.
L’attenzione al ddl sicurezza ha già avuto una prima manifestazione con una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato ed ai presidenti delle commissioni competenti dei due rami del Parlamento in occasione della prima lettura parlamentare del testo.
L’intento è quello di riflettere sulle ragioni che originano la nuova regolazione e valutarne la congruità, l’efficacia e la coerenza con l’ordinamento penale e con la Costituzione. Una riflessione che abbiamo condotto con studiosi e operatori insieme alla Fondazione Magna Carta, che ringrazio, e che abbiamo sintetizzato nel documento di orientamento.
Così Anna Finocchiaro, presidente di italiadecide, introducendo il seminario “Costituzione e Sicurezza” organizzato dalla sua Fondazione e da Magna Carta in corso di svolgimento a Roma, nel Salone dei Piceni.
“I temi del ddl – continua Finocchiaro – sono oggi oggetto di un acceso dibattito politico-parlamentare che segna lo stesso iter parlamentare di approvazione. A noi è sembrato necessario leggere il provvedimento, se non nella sua interezza, almeno in parti fondamentali col metro della ‘ragione costituzionale’, peraltro ripetutamente affermata dalla Corte Costituzionale con numerose e coerenti pronunce e con diretto riguardo a questioni difformemente regolate dal ddl. Ferma restando la libera discrezionalità del legislatore, infatti, ci pare ovvio affermare che essa, per evitare l’arbitrio (sentenza Corte Cost. 46/2024), va esercitata ‘nel senso’ della Costituzione e che ad una – anche troppo esplicita – diversione dai principi costituzionali non possa che corrispondere un risultato non utile, se non addirittura controproducente. E credo che siano tutti d’accordo nell’affermare che in un sistema costituzionale come il nostro, la famosa affermazione di Hobbes ‘auctoritas non veritas facit legem’ non ha albergo”, prosegue Finocchiaro.
“Comprendiamo l’esigenza del Governo e del legislatore di fronteggiare situazioni problematiche come l’occupazione di immobili ad uso abitativo, la commissione di furti sui mezzi di trasporto e il rischio di rivolte in carcere o in altro luogo di restrizione, ma osserviamo che il diritto penale non può essere sostitutivo di misure e politiche di altra natura e ragionevolmente multidisciplinari, né può essere ispirato, come nel caso delle detenute madri, da scelte fondate su uno stigma sociale. Appartenne già al codice Rocco la fondamentale scelta di ripudiare ogni suggestione del cosiddetto diritto penale d’autore centrando sul fatto e sulla responsabilità personale la previsione punitiva”.
“Ulteriore considerazione di carattere generale – conclude la Finocchiaro – riguarda l’eccessivo ricorso alla risposta sanzionatoria, risorsa limitata e preziosa che non può essere dissipata con la continua massiccia introduzione di nuove fattispecie penali, potendo essere causa di ritardi e inefficienze del sindacato penale e, di conseguenza, di ineffettività della pena. E questo a tacere di ulteriori questioni legate all’interpretazione e applicazione delle disposizioni introdotte”, sottolinea Finocchiaro.
Il ddl sicurezza “presenta alcune criticità, consistenti nelle presumibili violazioni del principio di proporzionalità della pena, oggetto di numerose e tutte coerenti pronunzie della Corte Costituzionale in riferimento al principio di uguaglianza, di personalità della responsabilità penale, di finalità rieducativa della pena (per tutte la sentenza numero 86 del 2024)”. Così Anna Finocchiaro, presidente di italiadecide, durante il seminario “Costituzione e Sicurezza” organizzato dalla sua Fondazione e da Magna Carta in corso di svolgimento a Roma, nel Salone dei Piceni.