“Raramente il fattore ‘tempo e certezze’ è stato cruciale come adesso per l’economia e la società, mentre si profila l’arrivo di un inverno tra i più difficili”.
Lo scrive sul Messaggero Angelo De Mattia, auspicando, se l’Europa non dovesse decidere in fretta, una via italiana al tetto al prezzo del gas.
“Se si integrano i gravi rischi incombenti sul futuro di numerose aziende con quelli dell’occupazione e con una vera questione salariale in sospeso, si ha l’immagine di quel che potrà accadere se continuerà a temporeggiare nel reagire all’impennata dei costi dell’energia e alla carenza delle forniture.
In questo senso, l’allarme lanciato dalla Confindustria sulle conseguenze della possibile carenza nei prossimi mesi di 6,4 miliardi di metri cubi di gas insieme all’aumento straordinario dei prezzi delle bollette, richiede una pronta risposta da preparare subito, affrontando con senso di responsabilità la complessa situazione politico-istituzionale.
Vi sono un governo che «non è più», ma che potrebbe fare leva sui poteri propri di uno stato di eccezione, e un governo che «non è ancora»: situazione, quest’ultima, che richiederà un’accelerazione straordinaria delle procedure per la sua formazione o, comunque, un esteso concorso dei partiti perché, nelle difficoltà, agisca almeno il governo di missionario”.
Il succo del problema, secondo De Mattia è che “incombei il rischio di una recessione tutt’altro che mite. Occorre, dunque, un piano organico, non più provvedimenti slegati e temporanei.
La fissazione di un tetto al prezzo del gas ha la sua sede decisionale elettiva in Europa, che è chiamata ora a dare con urgenza la vera prova dell’integrazione e della solidarietà. Ma se tarda o è impedita allora non ci si potrà opporre a eventuali misure nazionali o a maggiori, seppur calibrate, esposizioni al debito”.