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Walter Veltroni: “Il grigio delle serrande abbassate domina le nostre città per colpa della globalizzazione”

«Le città stanno scegliendo un colore solo, quello grigio delle saracinesche abbassate». Queste le parole di Walter Veltroni sul Corriere della Sera, che parla dell’ultima trasformazione che la globalizzazione sta producendo sui nostri centri urbani. «Insegne luminose spente, vetri appannati, scatoloni accatastati. Nel totale disinteresse di tutti, la Confcommercio ha segnalato che negli ultimi dieci anni hanno chiuso centomila negozi e 16mila ambulanti hanno tirato su i banchi».

«Il fenomeno riguarda in primo luogo i centri storici, specie del Centro Nord. Nel periodo esaminato è calato quasi del 20% il numero dei negozi per mille abitanti. In particolare, a tirare giù le serrande sono stati i locali che vendevano libri o giocattoli, -31%, e quelli di ferramenta e mobili. Crescono invece le farmacie, gli esercizi di telefonia e computer, i ristoranti. E nella statistica non vengono forse calcolate le edicole sradicate dall’asfalto, i cinema spenti, i teatri muti».

«Che immagine ci restituiscono questi dati? La fotografia reale di un’Italia stanca e vecchia. Più farmacie e meno giocattoli, più cellulari e meno consumi culturali. Cosa serve ancora per capire che il nostro meraviglioso Paese rischia di essere consumato dalla rimozione di ogni visione d’insieme della sua evoluzione possibile? So bene che una parte dei consumi dei beni che non si trovano più nei quartieri è assicurato altrove. Ma è un solo altrove: la casa».

«Si lavora da casa, ci si fa portare i libri, si vedono i film sul proprio televisore, si esce solo per mangiare. Tutto comodo, ma tutto in solitudine, in una nazione in cui esistono 8,5 nuclei familiari unipersonali. È il nuovo “Tutti a casa” che sta spogliando le città, riducendo le occasioni di socializzazione e di scambio. Si aggiunga che in questo Paese, attraversato dai profeti dell’egoismo sociale e capace di chiudere agli immigrati dei quali ha ovunque bisogno, le scuole si svuotano e le Rsa si riempiono. Così si delinea un quadro del futuro che, senza una visione, rischia di assicurare all’Italia una prospettiva di declino».

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