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Una impresa familiare su 5 non arriva alla seconda generazione | L’allarme di Giovanna Voltolina

Guardano nella giusta direzione, secondo il parere degli esperti di investment, le imminenti iniziative annunciate dal ministro dell’economia Giorgetti per la semplificazione delle quotazioni in Borsa delle aziende di medie dimensioni, con procedure più snelle e riduzione degli oneri per le aziende che intendono in questo modo accedere al mercato dei capitali per accelerare la modernizzazione e la competitività.

“Ma il punto, e sicuramente il Ministro ne è consapevole così come tutti noi operatori del settore – commenta Giovanna Voltolina, investitrice di livello internazionale con una specializzazione verso le PMI italiane  – non sono tanto i capitali che, garantisco, ci sono, ma la ‘testa’ e l’età degli imprenditori che ad oggi le guidano; uomini e donne che stanno drammaticamente invecchiando e che non hanno (ne intendono in molti casi) agevolare un passaggio dell’azienda alle nuove generazioni ”  

E il risultato è che soltanto 1 impresa familiare su 5 arriva  alla seconda generazione,  solo 1 su 8 (il 13%) arriva alla terza e addirittura solo 1 su 20 arriva alla quarta generazione. E il fatto che il 90% del sistema produttivo italiano è formato da PMI, e di queste la prevalenza, oltre l’80% è stato calcolato, si connota – fatto forse unico nel economia mondiale – per essere intraprese familiari “ci racconta di una ricchezza e di un potenziale inespresso – continua Giovanna Voltolina – che se opportunamente valorizzato potrebbe fare decollare il PIL nazionale, ma che invece ci presenta una fotografia che non promette nulla di buono”

PMI: se l’imprenditore invecchia e non lascia il comando c’è il rischio di estinzione

Il tema grosso non sono, dal mio osservatorio, i soldi che ci sono e tanti, tantissimi – sottolinea Giovanna Voltolina – ma semmai il tema generazionale che vede questa nostra ricchezza maturare sino ad appassire e quindi scomparire

“Purtroppo l’imprenditore teme che gli investitori vogliano entrare per poi ‘scippargli’ l’azienda, laddove invece gli equity partner, che non abbiano come obiettivo la mera speculazione – e sono tantissimi sul mercato internazionale – possono , pur entrando in minoranza azionaria,  apportare valore in termini di governance, sostegno alla proprietà e sviluppo commerciale facendo decollare il business dell’azienda in maniera molto accellerata ed anche sostenibile”  spiega  l’esperta. 

“Inoltre l’ingresso di un investitore di minoranza può decisamente aiutare la PMI che si trovi nel momento delpassaggio generazionale. Un passaggio che, ad esempio, non guardi all’esterno, come si discute spesso, ma che invece favorisca la crescita e la preparazione professionale alla seconda o terza generazione” conclude Giovanna Voltolina.

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