“Doveva essere l’anno in cui Stellantis avrebbe brillato e superato i suoi concorrenti tedeschi impantanati in Cina, un mercato che il gruppo americano-franco-italiano ha lasciato qualche anno fa.
Al contrario, sarà l’anno in cui il gruppo creato nel 2021 sprofonda nella crisi, perdendo terreno nei suoi principali mercati e precipitando finanziariamente.
Fino a perdere il suo carismatico capo, Carlos Tavares, domenica sera”.
È quanto scrive ‘Les Echos‘ facendo il punto sull’uscita anticipata del Ceo del gruppo automobilistico.
“Quest’uscita anticipata del capo di Stellantis – spiega il quotidiano economico francese – concretizza la disputa strategica che lo opponeva al suo consiglio di amministrazione sin dal profit warning.
Annunciato a fine settembre dal gruppo, segnala un anno di difficoltà operative a Stellantis, che sono state imputate al manager.
Costituisce, nella forma come nella sostanza, il primo motivo della partenza di Carlos Tavares”.
Il gruppo, osserva ‘Les Echos’, “sta soffrendo dalla fine del 2023 sul suo principale mercato, quello che porta più soldi, ovvero il Nord America.
Non riuscendo a ricevere in tempo i segnali di avvertimento interni, Carlos Tavares ha lasciato ammucchiarsi una montagna di auto nei parcheggi delle fabbriche e dei concessionari americani.
In altre parole, è stato lasciato all’oscuro dai suoi stessi team sulla situazione negli Stati Uniti.
Questo incidente ha dato sostanza alle critiche interne, secondo le quali il dirigente era talmente temuto che nessuno osava più riferirgli i problemi.
D’altronde, il responsabile nordamericano del gruppo è cambiato due volte in poco più di dodici mesi.
Tagliato fuori dai suoi team: è questo uno degli argomenti avanzati nelle ultime ore dall’entourage del consiglio di amministrazione per giustificare la partenza del Ceo”.
Per Stellantis, scrive ancora il quotidiano economico francese, “la situazione non è migliore in Europa.
Stellantis sta perdendo quote di mercato (-1,4 punti negli ultimi mesi).
Un simbolo: a novembre Renault e Dacia hanno superato per la prima volta il gruppo internazionale che detiene 14 marchi sul mercato francese, esclusi i veicoli commerciali, con una quota di mercato del 25,5% per il primo, rispetto al 24,4% del secondo.
I concessionari, molto arrabbiati con Stellantis su entrambe le sponde dell’Atlantico, denunciano una politica di ‘pricing power’ spinta troppo in là sotto l’impulso di Carlos Tavares.
Poiché il gruppo chiede troppo per le sue auto, i clienti si stanno allontanando dai marchi del gruppo, di fronte ad una concorrenza sempre più forte e mentre il mercato sta cambiando”.
Nello stesso tempo, rileva ‘Les Echos’, “è rimproverato al dirigente, che nell’ultimo decennio aveva risanato sia Psa che Opel, di aver tagliato troppo i costi.
A discapito della qualità e del mix di prodotto, le gamme di alcuni marchi, come Jeep negli Stati Uniti, si sono trovate con grossi buchi che hanno comportato perdite di quote di mercato.
Per alcuni analisti, la causa risiede nella mancanza di investimenti”.
La perdita di quote di mercato in Europa, in un contesto di rallentamento o addirittura di calo delle immatricolazioni complessive nei principali mercati tedesco e francese, “ha portato a una situazione industriale estremamente tesa.
Il gruppo ha rivisto al ribasso del 20% la produzione delle fabbriche francesi per il 2024.
In Italia la situazione non è molto migliore, se non peggiore: le sue fabbriche hanno assemblato il 30% in meno di veicoli nella prima metà dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023.
Questo è sufficiente per compromettere seriamente la redditività del gruppo”.
Come sintetizza l’analista Philippe Houchois, “Carlos Tavares lascia il gruppo in un momento in cui devono essere prese decisioni cruciali in merito alle politiche dei marchi per fermare la perdita di quote di mercato e affrontare il problema della sovraccapacità produttiva in Europa e Nord America”.
“Quante sfide per il suo successore quando sarà nominato”, scrive ancora ‘Les Echos’.