Quando qualcosa ha valore?
Viviamo in una «schiuma di eventi», un presente frammentato.
«L’approfondimento» è più facile di un tempo, a portata di mano e per certi versi a portata di tutti.
Ma, tutto il resto, lo è di più, è uno slalom della superficialità.
Il policentrismo odierno frammenta ulteriormente il nostro mondo.
Se un tempo il pensiero si strutturava attorno a grandi entità – come dice Giuseppe De Rita – «un mondo che pensava in termini di grandi entità, il popolo, le masse o gli Stati imperiali», oggi assistiamo a una proliferazione di centri d’attrazione. (Magari in mano agli stessi giganti e da questo punto di vista grande concentrazione).
Un’ansia di ubiquità (qualcuno crede di averla sfidata, con verosimiglianza è ovunque e da nessuna parte).
Bisogna produrre eventi per esistere, per essere visti dall’algoritmo.
Basterebbe cambiargli i gusti, prima che cambi i nostri.
Così nasce la «sommatoria di solitudini» di cui si comincia a descrivere bene l’effetto o la causa: la frammentazione del tessuto sociale contemporaneo.
Il poeta Franco Arminio invita a partecipare quando non ci sono «cerimonie», ovvero sottolinea la necessità di relazioni e legami che non siano in contesti fugaci.
Emblema di un mordi e fuggi, e di un fraintendimento del concetto di cultura.
È una dinamica che si riflette anche nel mondo dell’informazione, dove siamo immersi in un «frastuono di gossip e di epidemie costanti di notizie» riprendendo De Rita.
E gli scrittori che fanno, chiede invece Arminio.
Dove sono, dove siamo?
Qualcuno ha notizia di una riunione di scrittori per discutere questioni del tempo presente?
Agli Stati Generali della Ripartenza, a Bologna, è sembrato succedere qualcosa del genere, andare in questa direzione.
I grandi numeri parlano di una società con meno lavoratori e una cultura più superficiale, orientata al consumo immediato.
Aziende in balia di eventi e testimonial, al posto di assunzioni che non se le può più permettere nessuno, a quanto pare.
Invece noi ci possiamo permettere di creare società mediocri?
I punti di riferimento sono diventati mobili. Ma sono tempi favolosi.
Le auto da corsa vanno a carburante biocombustibile a base di scarti e rifiuti.
Per sentire meglio basterà mettere gli occhiali, una nota azienda li sta realizzando, e questo normalizzerà come è stato per la vista, anche l’udito, e tante altre cose che accadono intorno a noi di cui penso sarebbe bello ogni giorno trovare il tempo di stupirsi ancora e apprezzare i nostri scienziati, studiosi, e i luoghi del pensiero.
Sono anni meravigliosi. Capiamoci di più.