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Roberto Gualtieri (Candidato Sindaco di Roma): «Il Recovery è un’opportunità per i comuni che hanno la migliore capacità di investimento»

“Il governo Draghi sta lavorando bene. I dati del primo trimestre, in cui abbiamo fatto meglio di Francia, Germania e Spagna, dimostrano che la politica che ho condotto con il precedente governo ha funzionato. Investimenti, costruzioni, domanda interna, tenuta dei servizi: dietro c’è la vitalità delle nostre imprese ma anche scelte giuste a livello macroeconomico e nel mix di interventi. Vedo una positiva continuità del nuovo governo e un ottimo lavoro su vaccini e Recovery. Quest’anno mi aspetto una crescita superiore al 5%”. Lo dice Roberto Gualtieri, 54 anni, ex ministro dell’Economia e candidato sindaco del Pd a Roma in un’intervista al Corriere della sera.

A Roma le perdite di occupazione durante questa crisi sono quasi doppie rispetto alle medie nazionali. Come lo spiega? “Roma paga l’inadeguatezza delle amministrazioni Raggi e Alemanno. Da anni non si programma e non si investe. Abbiamo studiato i bilanci e il dato impressionante è la quantità di risorse che Roma aveva e ha, ma rimangono non spese”, spiega.

“Il 2019 si è concluso con un avanzo corrente di 260 milioni, un miliardo di liquidità in cassa e appena 184 milioni impegnati per gli investimenti: per abitante, è meno di un terzo rispetto a Milano o Napoli. E c’è una quota bassissima di finanziamenti straordinari nazionali intercettati, per pura incapacità di progettazione. I soldi stanziati per i nuovi treni delle linee A e B della metropolitana non sono stati spesi perché il bando era scritto male. Quelli per le nuove metropolitane sono andati ad altre città, perché non c’erano i progetti. In sostanza a Roma abbiamo fatto l’austerità. Ma non imposta da fuori: dovuta all’incapacità di spesa e alla mancata erogazione di servizi essenziali – prosegue l’ex ministro -. Casse piene e la città che cade letteralmente a pezzi”.

Secondo il candidato del Pd “va rafforzata la capacità di progettazione ed esecuzione delle opere, anche con strutture dedicate e professionalità specifiche. Ci serve una governance semplificata di aziende e agenzie comunali, per far funzionare trasporti, traffico, raccolta rifiuti. È anche un motore di crescita: l’economia circolare ha bisogno di tecnologia e competenze, un sistema di trasporti integrati ha bisogno di innovazione anche digitale. Poi bisogna valorizzare le vocazioni di Roma: ricerca e industria di alta tecnologia, cultura, produzione artisticaeaudiovisiva, turismo, commercio, servizi avanzati”.

“È prioritario curare le ferite della diseguaglianza e dell’esclusione, puntando su politiche e infrastrutture sociali, coinvolgendo il terzo settore. Vanno riqualificati gli spazi urbani, quindi serve concretezza, a partire dai progetti per intercettare le risorse del Recovery. Roma ha un potenziale di città verde e sostenibile, digitale e creativa, inclusiva e aperta al mondo. Come fa Parigi, ripenseremo spazi e funzioni per assicurare in tutti i quartieri i servizi fondamentali”.

“I Comuni sono gli enti con la migliore capacità di investimento. Se Roma si comporta diversamente da Milano, Bologna, Firenze e Bari, le responsabilità sono del sindaco e della giunta – insiste Gualtieri -. Noi punteremo sulle migliori competenze, su un’organizzazione più efficiente e su innesti giovani e qualificati. Il Recovery è un’opportunità”. Quanto agli equilibri interni al suo partito Gualtieri spiega: “Il Pd romano oggi è un partito giovane, vitale e rinnovato, noi puntiamo a realizzare un’alleanza larga che coinvolga le forze sociali, economiche, associativeetutte le persone che vogliono la rinascita di Roma. Da parte mia credo di aver dimostrato il mio modo di lavorare. Al ministero dell’Economia ho compiuto scelte basate sul merito, senza le quali non avremmo ottenuto i risultati che ora tutti riconoscono”.

In un ballottaggio fra Virginia Raggi e Carlo Calenda lei per chi voterebbe? “Solo chi sa di non arrivare al ballottaggio si pone questa domanda. Tutte le rilevazioni ci dicono che questo scenario non esiste. La sfida è a tre, noi la destra e la Raggi”, conclude.

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