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L’Ue accende un faro su tre misure del PNRR, serve un mese in più per le valutazioni | Lo scenario

La Commissione Ue «ha convenuto di estendere questa fase tenendo conto del numero e della complessità dei 55 milestone e target previsti». Si tratta di un accordo per prolungare di un altro mese l’esame sugli obiettivi dello scorso semestre relativi alla realizzazione del Pnrr. È questo il frutto degli incontri tra il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, e la task force Pnrr della Commissione Ue. La Commissione «ha altresì sottolineato il proprio apprezzamento per tutte le azioni intraprese dal governo, che hanno già consentito di attestare significativi progressi verso il positivo raggiungimento di quasi tutti gli obiettivi fissati alla data sopracitata», ha precisato ancora la nota della presidenza del Consiglio.

Ieri era arrivata a Roma una lettera della task force che si occupa a Bruxelles del Piano, nella quale si metteva nero su bianco che l’esame non si poteva considerare superato. Le difficoltà erano già emerse a febbraio quando la Commissione aveva imposto un primo mese di analisi aggiuntiva, ma ora è stato necessario chiederne un altro. In ballo c’è la terza tranche da 19 miliardi perché dei 55 obiettivi fissati, ce ne sono tre in particolare che presentano le maggiori difficoltà: le concessioni portuali, per le quali la Commissione chiede di limitarne la durata; le reti di teleriscaldamento, su cui permangono dubbi sull’ammissibilità di alcuni interventi; i Piani Urbani Integrati, in relazione al Bosco dello Sport di Venezia e allo Stadio Artemio Franchi di Firenze.

E se il governo ha assicurato che «continuerà a lavorare in modo costruttivo con la Commissione Europea per garantire il positivo completamento delle attività di valutazione», in realtà le questioni sul tappeto sono altre. La linea conflittuale seguita da Palazzo Chigi sulle concessioni per i balneari e anche sul Mes, ha di fatto reso più severo il giudizio della Commissione sul Pnrr. Come è noto, il mancato sì italiano al Mes paralizza questo strumento per tutti i 27 membri dell’Ue e per i balneari occorre invece fare un collegamento con la normativa sulla concorrenza.

La Commissione, infatti, da tempo ha pronta la procedura di infrazione e negli ultimi mesi aveva riservatamente fatto sapere che l’avrebbe ritirata in caso di modifiche e che gli obiettivi dello scorso semestre sarebbero stati esaminati con indulgenza se fosse stata riscontrata una disponibilità sul punto. Bocciare un semestre e negare una tranche di fondi per l’Italia significa perdere per sempre quelle risorse, ma anche il fallimento del primo progetto finanziario europeo finanziato da debito comune. Per questo l’Ue resta cauta intende fare tutto il possibile prima di prendere decisioni irrevocabili come la bocciatura dell’Italia.

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