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L’occupazione nel 2022 è cresciuta grazie a lavori stabili | Il documento

Mercato-del-lavoro_gennaio-2023

Banca d’Italia ha pubblicato la Nota “Il mercato del lavoro: dati e analisi” (edizione gennaio 2023), redatta congiuntamente dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dalla Banca d’Italia e dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL).

Dal documento emerge che nel complesso del 2022 sono state create circa 380.000 posizioni lavorative, un valore superiore a quello registrato nel 2019.

La domanda di lavoro è rimasta sostenuta fino all’inizio dell’estate, riportando l’occupazione sul sentiero di crescita pre-pandemico. Nei mesi successivi la dinamica è rimasta positiva ma si è indebolita.

La crescita occupazionale del 2022 è riconducibile esclusivamente alla componente a tempo indeterminato.

Sono stati creati oltre 400.000 posti di lavoro stabili, a fronte di una sostanziale stazionarietà degli impieghi a tempo determinato e di un calo di circa 50.000 unità dei contratti di apprendistato.

La ripresa dell’ultimo biennio è stata eterogenea tra i diversi settori. Il comparto turistico, nonostante l’ottimo andamento della stagione estiva e il buon avvio di quella invernale, rimane ancora sottodimensionato rispetto al periodo pre-pandemia.

Le costruzioni hanno registrato tassi di crescita estremamente elevati a partire dall’estate del 2020; nonostante il più recente rallentamento, la domanda di lavoro in questo settore dovrebbe rimanere sostenuta anche in relazione con i piani di investimento previsti dal PNRR.

Il crescente ricorso a forme di lavoro da remoto e l’aumento della fruizione di servizi digitali hanno favorito la crescita della domanda di lavoro nei settori della tecnologia dell’informazione; ciò nonostante il comparto appare ancora di dimensione modesta.

Nei primi undici mesi dell’anno il numero di disoccupati è diminuito di circa 120.000 unità, una riduzione significativa anche se meno pronunciata rispetto a quella del 2021.

Il rallentamento del mercato del lavoro nella seconda metà del 2022 si è riflesso in un aumento del numero dei disoccupati.

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