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[Lo scenario] Il ministro Fitto guiderà la cabina di regia sul PNRR

Giorgia Meloni blinda le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non soltanto affidando al ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, la delega alla coesione e al Pnrr.

Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza nella definizione del decreto che riorganizza i compiti del ministero, all’ex eurodeputato di Fdi sarà affidata anche la cabina di regia del Recovery, presieduta comunque sempre dalla premier e che si coordinerà con la task force del Mef, guidata da Carmine Di Nuzzo, incaricata di monitorare le spese.

“C’è bisogno di tempestività perché tutte le programmazioni, da quelle della coesione – penso alla programmazione del 2021-2027 – al Pnrr, scontano il prezzo di aver avuto un’analisi di contesto, nelle loro scelte, che è precedente allo scoppio della guerra”, spiegava Fitto intervenendo all’Eurocamera in occasione del discorso della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sullo stato dell’Unione.

Ora toccherà a lui dettare tempi. Nato a Maglie, classe 1969, il ministro è figlio del politico democristiano Salvatore Fitto, presidente della Regione Puglia dal 1985 fino alla sua morte, nel 1988. Con Fitto al Pnrr, la presidente del Consiglio replica in parte quanto fatto da Draghi.

L’ex premier aveva messo tecnici nei ministeri chiave per l’attuazione del piano. Meloni si prende la regia, quasi commissariando gli alleati, che vantano i due dicasteri destinatari della maggiore quota di risorse del Recovery.

Dalle Infrastrutture affidate al leghista e vicepremier Matteo Salvini passano circa 40 miliardi, dall’ex Transizione ecologica, oggi rinominato Ambiente e sicurezza energetica, guidato dal forzista Gilberto Pichetto Fratin, 35 miliardi.

Terzo ministero per risorse è il vecchio Sviluppo economico, nel nuovo governo ministero delle Imprese e del Made in Italy, da cui passano circa 25 miliardi e che nel nuovo esecutivo saranno amministrati da Adolfo Urso, di FdI.

Anche i 18 miliardi che spettano al ministero della Salute sono oggi affidati a un tecnico scelto da Meloni: Orazio Schillaci.

Nel nuovo governo non esiste invece un ministero dell’Innovazione e della Transizione digitale, uno dei pilastri del Pnrr, le competenze saranno distribuite tra il ministero della Pa e Palazzo Chigi, con un sottosegretario, probabilmente in quota Fratelli d’Italia

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