Alla 4a Conferenza nazionale sul clima che si è tenuta a Roma, organizzata da Italy for Climate, rete di centri studi e imprese, è stato lanciato l’allarme all’Italia, che è entrata in una fase di anormalità climatica permanente, con temperature che superano di quasi 3 gradi i livelli pre-industriali, ed eventi meteo estremi sempre più violenti e frequenti. La disponibilità di acqua in breve tempo potrebbe ridursi del 40%, in alcune zone del Sud anche del 90%. E proprio oggi, la Bbc scrive che, secondo i climatologi, lunedì 3 luglio è stata la giornata più calda mai registrata al mondo dalla fine dell’Ottocento: 17 gradi di media. Colpa dei gas serra di origine umana e del riscaldamento del Pacifico dovuto al Nino.
«Siamo oramai entrati in una fase di anormalità climatica permanente, che ha già modificato il ciclo dell’acqua, aumentando frequenza e intensità di eventi meteoclimatici estremi» ha spiegato Andrea Barbabella, responsabile scientifico di Italy for Climate. «L’Italia, al centro dell’hotspot climatico del bacino Mediterraneo, è un Paese più a rischio di altri, con aumento di temperatura di quasi 3 °C rispetto al periodo preindustriale, a fronte di una media mondiale di +1,1 °C. Viviamo in un territorio particolarmente fragile, in cui 12 milioni di persone vivono in aree che potrebbero essere soggette ad alluvioni, e vediamo aumentare ogni anno gli eventi di precipitazioni a carattere eccezionale».
Secondo Italy for Climate, la disponibilità di acqua in Italia è calata del 20% negli ultimi decenni. Ma se non si ferma il riscaldamento globale, la causa principale della riduzione, la disponibilità di acqua potrebbe ridursi in breve tempo del 40%, con punte del 90% in alcune aree del Meridione. L’Italia è il 3/o paese in Europa per abbondanza d’acqua, dopo Svezia e Francia, ma ha il prelievo più alto in Europa, con quasi 40 miliardi di m3 all’anno, il 30% della disponibilità annua. Il nostro paese è il secondo paese in Europa per prelievi destinati all’agricoltura, dopo la Spagna. Ma è il primo per l’acqua consumata per usi civili (a causa del 40% di perdite dagli acquedotti) e per usi industriali (4 volte più della Germania e 8 volte più della Francia).
Secondo Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che promuove Italy for Climate, «per ridurre l’impatto di alluvioni e siccità è necessario contribuire a rallentare il riscaldamento globale che le alimenta, tagliando le emissioni di gas serra». Ma su questo fronte, aggiunge Ronchi, «la proposta di nuovo Pniec (il Piano energetico dell’Italia, n.d.r.) inviata a Bruxelles è poco ambiziosa: sottovaluta il potenziale di rinnovabili, efficienza energetica degli edifici e mobilità elettrica». Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto condivide l’allarme di Italy for Climate: «Preoccupati per la risorsa idrica dobbiamo esserlo, e dobbiamo agire per strutturarci in modo più moderno, anche nei confronti del cambiamento climatico. Questo significa dover fare a livello nazionale una programmazione pluriennale di grandi opere di adattamento del territorio».