Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

[L’analisi] Nel 2023 si stima un calo del fatturato dell’industria dell’1,1%

Secondo quanto emerge dal Rapporto Analisi dei settori industriali di Intesa Sanpaolo presentato insieme a Prometeia, lo choc inflativo in atto e il contesto di forte incertezza a livello mondiale impatteranno sulla capacità di spesa di famiglie e imprese con effetti negativi su consumi e investimenti, solo in parte controbilanciati dal sostegno del Pnrr. La compressione dei consumi e il rallentamento del ciclo degli investimenti portano a una stima del fatturato a prezzi costanti per l’industria manifatturiera in contrazione dell’1,1% nella media del 2023 e di crescita modesta a prezzi correnti (+4,2%).

I fattori di freno al quadro di domanda sono destinati a permanere nel corso del 2023, spiega, e saranno massimi per tutto il periodo che coinciderà con l’anno termico 2022-23, durante il quale si assisterà a una volatilità ancora elevata dei prezzi energetici, per poi distendersi gradualmente a partire dal secondo trimestre del prossimo anno, ma senza lasciar spazio a un andamento tonico come quello che ha contraddistinto la prima parte del 2022.

Pochi settori manterranno un’intonazione positiva nel 2023, a iniziare dalla farmaceutica (+1,6% la stima di fatturato a prezzi costanti contenuta nel rapporto) e dai settori più attivati dalla transizione digitale ed energetica, elettronica (+0,7%) ed elettrotecnica (+0,6%). Flessione inferiore alla media manifatturiera per alimentare e bevande (-0,3%), sostenuto da una componente di spese incomprimibili e autoveicoli e moto (-0,5%), dopo la mancata ripartenza del 2022.

I cali più consistenti riguarderanno, invece, i produttori di beni voluttuari del sistema moda (-2,1%), sebbene in un quadro di maggiore tenuta della domanda internazionale di beni di lusso, e di durevoli per la casa, soprattutto mobili (-1,8%), che scontano però anche un calo fisiologico dopo l’exploit registrato negli anni pandemici, quando hanno beneficiato di un’impennata dei consumi determinata da una nuova percezione del vivere l’ambiente domestico. In contrazione moderata gli elettrodomestici (-0,6%), dove alcuni segmenti di spesa continueranno a restare trainanti, in particolare elettrodomestici e apparecchi a basso consumo energetico. In difficoltà anche i produttori di intermedi, a iniziare ancora una volta da intermedi chimici (-2,1%) e metallurgia (-1,4%), penalizzati dalla prudenza nella ricostituzione delle scorte dei settori a valle.

Tra questi citiamo in particolare la meccanica (-1,9%), che sconterà gli effetti del rallentamento del ciclo degli investimenti sui mercati internazionali e su quello interno, dove molti segmenti hanno raggiunto livelli record nel 2022, per poi tornare a beneficiare di un quadro di domanda più espansivo a partire dal 2024. Restano nel complesso favorevoli le prospettive per i settori intermedi attivati dal ciclo delle costruzioni (prodotti e materiali da costruzione -0,1%, prodotti in metallo -0,3%) che, sebbene in rallentamento, continuerà a restare trainante grazie alla presenza del pacchetto incentivante e alla spinta dei piani infrastrutturali attivati dal Pnrr.

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.