Tutte le risorse messe a disposizione dall’Ue sono state impegnate (192 miliardi su 194,4, pari al 99,8%) e il contatore della spesa avanza e si attesta ora a 86 miliardi “a cui bisogna aggiungere 8,6 miliardi di facility che secondo le regole contabili Ue devono essere registrati al termine dei progetti”.
Il lato oscuro del Piano nazionale di ripresa e resilienza è invece rappresentato dalla Sanità, la Missione 6 del Pnrr, dove i progetti per la realizzazione delle case di comunità e degli ospedali di comunità vanno ancora a rilento per responsabilità delle Regioni.
Interrogato, durante il Question time alla Camera, sullo stato di salute del Piano da tre interrogazioni rispettivamente del M5S (primo firmatario Filippo Scerra), del Pd (Nicola Stumpo e Piero De Luca) e di Italia Viva (Maria Elena Boschi), il ministro Tommaso Foti ha snocciolato gli ultimi dati sul Recovery Plan non nascondendo i ritardi sulla Sanità.
Ritardi su cui, ha detto, il governo può fare poco visto che la competenza sulla Missione 6 è delle Regioni. “Non si possono aprire incidenti istituzionali con i governatori”, ha spiegato il ministro. “Le Regioni ci hanno assicurato una prima volta il 6 marzo e da ultimo lo scorso 10 settembre che avrebbero centrato gli obiettivi”.
E gli obiettivi parlano di 1038 case di comunità da realizzare con soli 191 cantieri chiusi. Mentre per gli ospedali di comunità il target prevede di realizzarne 307, ma quelli già pronti sono solo 52. “Tutte le Regioni ci hanno detto che entro il 30 giugno 2026 la totalità degli interventi sarà portata a termine”, ha osservato il ministro, che non ha mancato di sottolineare ai deputati lo stato di attuazione estremamente disomogeneo delle due misure a livello territoriale.
Per quanto riguarda le case di comunità, il 94% di quelle realizzate a livello nazionale si colloca nel Lazio, in Liguria e nel Veneto. Per gli ospedali, il 96% delle opere realizzate fa capo a sei Regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Abruzzo, Marche, Liguria e Veneto).
Non tutto il capitolo Sanità, tuttavia, mostra criticità. I dati positivi arrivano dal collaudo delle grandi apparecchiature (2.823) che ha raggiunto il 91% del target e il 71% della spesa.
Le Regioni sono state chiamate in causa da Foti anche su un altro capitolo di spesa del Pnrr, ossia le misure di competenza del ministero del Lavoro a cui sono state assegnate risorse per 8,4 miliardi, di cui 5,4 attengono al Programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) che però anche in questo caso è di competenza delle Regioni. “Per il momento sono state impegnate risorse per 3,2 miliardi e certificata spesa per 350 milioni”, ha illustrato il ministro, “ma anche in questo caso il governo non può subentrare nella certificazione. Abbiamo avuto interlocuzioni sul punto col presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga”.
Interlocuzioni con le Regioni e gli enti locali che proseguiranno oggi nella cabina di regia convocata a Palazzo Chigi, dove Foti presenterà la nuova rimodulazione del Piano.








