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La denatalità è una minaccia reale alla capacità di innovare | L’analisi

“La denatalità è una delle sfide più urgenti che il nostro Paese sta vivendo, perché sta modificando silenziosamente ma profondamente il nostro tessuto sociale ed economico, con un particolare impatto sul comparto produttivo.

La carenza di manodopera giovane e qualificata rappresenta una minaccia reale alla capacità di innovare e di competere dell’industria.

È quindi fondamentale promuovere politiche che incentivino le nascite, offrendo sostegni economici alle famiglie, potenziando i servizi per l’infanzia e facilitando la conciliazione tra vita privata e lavorativa.

Dobbiamo, inoltre, investire sempre più nella formazione, rafforzando l’istruzione tecnica e professionale e continuare a creare sinergie tra scuole e imprese.

È necessario anche facilitare un’immigrazione qualificata, favorendo l’integrazione sociale e culturale, e attrarre talenti dall’estero.

Anche il nostro territorio può favorire l’inversione di tendenza: la politica ha fatto in modo di attirare nuovi e importanti investitori (un esempio è Silicon Box), ora servono strutture educative, sanitarie e di trasporto che contribuiscano a creare ambienti urbani sempre più accoglienti e sostenibili”.

Con queste parole il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Marco Brugo Ceriotti, sintetizza quanto emerso dal convegno ‘Generazione mancante – La crisi invisibile’, svoltosi ieri alla Riseria Ceriotti di Novara al termine dell’Assemblea annuale del Gruppo.

Dopo i saluti del sindaco di Novara, Alessandro Canelli, e degli assessori regionali alle politiche giovanili, Marina Chiarelli, e alla ricerca, innovazione e ambiente, Matteo Marnati, del presidente di Cnvv, Gianni Filippa, che ha ricordato l’importanza, per il futuro, di temi quali energia e acqua, sottolineando la necessità di “creare relazioni solide per favorire la coesione e lo sviluppo del territorio”, e del presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, Andrea Notari, che ha esortato istituzioni e imprese a valorizzare il merito per trattenere i giovani, “che sono un asset strategico per il mondo produttivo”, i lavori (moderati da Ylenia Totino, direttrice Luxury&Lifestyle dell’Associazione Nazionale Giovani Innovatori) sono iniziati con l’intervento di Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale alla Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano.

Rosina ha sottolineato quanto l’insicurezza nei confronti del futuro sia una delle maggiori cause del ”degiovanimento” dell’Italia, che deve investire sulle nuove generazioni molto più di quanto ha fatto negli scorsi decenni.

“Il problema – ha spiegato – non è l’invecchiamento della popolazione, ma il calo dei giovani al suo interno e la conseguente riduzione del vantaggio competitivo derivante, in passato, dall’avere la parte più consistente dei cittadini in età lavorativa.

Si deve quindi evitare che questo calo prosegua investendo su formazione, politiche familiari e politiche attive del lavoro.

In questo contesto l’immigrazione è una leva importante, ma non sufficiente per colmare il ”deficit generazionale”, perché in Italia non utilizziamo in modo efficiente una parte di popolazione in età lavorativa, come i giovani e le donne, i cui tassi di occupazione sono tra i più bassi d’Europa”.

“Per quanto concerne i primi – ha concluso – il nostro Paese deve compiere un salto culturale, smettendola di considerarli come quella parte di popolazione che “non è ancora pronta” per essere protagonista e iniziare a trattarli come la parte più innovativa della società, che vivendo direttamente i cambiamenti del proprio tempo è già allenata per essere parte attiva della creazione di ricchezza sentendosi pienamente “al proprio posto” nel mondo”.

L’incontro è proseguito con due tavole rotonde: alla prima, intitolata ”Grande difficoltà o semplice scusa?”, hanno preso parte, insieme a Rosina, Roberta Massaro, Co-founder e Ceo di Progetto Omnia, Andrea Saini, presidente e Ceo di Laica Spa, e la psicologa Eleonora Tosi, che ha evidenziato come l’incertezza generalizzata renda lungo e complicato il processo di maturazione individuale che consente di compiere scelte irreversibili come quella di essere genitori.

Massaro, imprenditrice di prima generazione e con una figlia di 13 anni, ha testimoniato come la carriera professionale non sia un ostacolo per avere una famiglia quando le aziende favoriscono un adeguato bilanciamento tra esigenze personali e di lavoro.

Saini ha posto l’accento sui concetti di ”attraction” e ”retention”, spiegando quanto le imprese si debbano sempre più impegnare per trovare e poi mantenere al loro interno le persone, valorizzandole e motivandole con espressioni di attenzione e apprezzamento nei loro confronti.

Nel secondo panel, dal titolo ‘È possibile colmare il vuoto?’, si sono confrontati Marco Brugo Ceriotti, Riccardo Cavanna, presidente e Lead strategist di Cavanna Spa, e Fabio Papa, direttore e Founder di i-aer (Institute of Applied Economic Research).

Brugo Ceriotti, dopo avere ringraziato gli sponsor dell’evento (Adverteaser, Autoarona, Bagnato Immobiliare, Comoli Ferrari, Gv Pallets, La Valsesiana, Mmg Di Mattiuzzo, Progetto Omnia, Riseria Ceriotti, Servire Housing, Shape The Light, Soardo & Associati e Tk), ha sottolineato la necessità di invertire una tendenza sfavorevole puntando sempre più sulla formazione e la valorizzazione dei propri collaboratori, soprattutto all’interno delle Pmi.

Cavanna ha chiesto di fare di più per valorizzare i ”neet” portando il positivo esempio dei percorsi di riqualificazione e rimotivazione intrapresi dalla Fondazione Academy sul territorio, che, anche in vista dei significativi investimenti che lo caratterizzeranno in futuro, ha sempre più bisogno di competenze ”Stem” nelle materie scientifico-tecnologico-ingegneristiche.

Papa, ricordando che quello di “work/life balance” è un concetto fondamentale per i giovani che oggi si propongono sul mercato del lavoro, ha invitato a valorizzarne più possibile la creatività, l’intelligenza e il coraggio, esortando gli imprenditori ”senior” a dialogare di più con loro e a dare loro sempre più spazio e fiducia.

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