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Istat, primi segni di ripresa della fiducia a imprese e consumatori

Lo comunica l’Istat, sottolineando, in una nota, che l’aumento dell’indice riferito  alle imprese e, in particolare, delle loro aspettative, è diffuso a tutti i settori, pur permanendo livelli storicamente contenuti dei diversi indicatori. L’indice della fiducia dei consumatori migliora in modo evidente, trainato dal recupero del clima personale e di quello futuro che  si situano entrambi al di sopra del basso livello raggiunto a marzo 2020.    

I NUMERI ISTAT
A giugno l’indice del clima di fiducia dei consumatori  sale a 100,6 dal 94,3 registrato a maggio. Tutte le componenti del clima  di fiducia dei consumatori sono in crescita, seppur con intensita’  diverse. L’aumento è marcato per il clima economico (da 72,9 a 87,2) e  per il clima futuro (l’indice passa da 93,1 a 105,6) mentre il clima  personale e quello corrente registrano incrementi più contenuti (da 100,9  a 104,5 e da 95,0 a 96,4, rispettivamente).  Per quanto riguarda le imprese, l’indice composito del clima di fiducia  delle imprese sale dal 52,7 di maggio a 65,4. Le stime evidenziano un  aumento della fiducia diffuso a tutti i settori anche se i livelli rimangono depressi. In particolare, nell’industria l’indice di fiducia del  settore manifatturiero sale da 71,5 a 79,8 e nelle costruzioni aumenta da  108,4 a 124. Per il comparto dei servizi, si evidenzia una risalita dell’indice sia nei servizi di mercato (da 38,9 a 51,7) sia nel commercio  al dettaglio (l’indice passa da 68,0 a 79,1).    

Nell’industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini sia  le attese di produzione. Le scorte di prodotti finiti sono giudicate in  lieve accumulo rispetto al mese scorso. Per le costruzioni, l’aumento  dell’indice è determinato da un deciso miglioramento dei giudizi sugli  ordini a cui si unisce un aumento delle aspettative sull’occupazione  presso l’impresa. Nei servizi di mercato, l’incremento dell’indice è determinato da un  forte aumento delle attese sugli ordini il cui saldo rimane però ancora negativo; i giudizi sia sugli ordini sia sull’andamento generale  dell’azienda registrano un lieve miglioramento. Con riferimento al  commercio al dettaglio, recuperano decisamente le aspettative sulle  vendite future il cui saldo torna positivo per la prima volta dall’inizio  degli effetti della pandemia. Infine, le scorte di magazzino sono  giudicate in decumulo e si registra un lieve peggioramento dei giudizi  sulle vendite. Il miglioramento della fiducia è diffuso sia alla grande  distribuzione sia a quella tradizionale.    

“Il l parziale recupero della fiducia dei consumatori – ha commentato l’ufficio studi di Confcommercio – è un elemento importante che potrebbe suggerire che il forte aumento della propensione al risparmio nel primo  trimestre non ha caratteristiche strutturali. La fiducia presso le  imprese, seppure in crescita, appare ancora molto lontana dai livelli  pre-crisi, soprattutto per il turismo e la distribuzione”.

“Occorre cautela nel valutare positivamente il migliorato  orientamento delle attese. Quella attuale resta una fase di transizione  verso una nuova normalità densa di incognite”.    “Dopo il crollo dei mesi scorsi, arrivano i primi segnali di ripresa  della fiducia dei consumatori – sottolinea l’Ufficio economico di  Confesercenti – anche se per le piccole imprese, del commercio ed in  particolar modo del turismo, le prospettive sono ancora nere, vista la  difficile ripartenza e le ferite lasciate dal lockdown, che ha visto un  calo dei consumi peggiore delle attese”.  

“Ottima notizia”, è il commento di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionali consumatori, secondo il quale “l’ottimismo degli  italiani, dopo un periodo così buio, è molto importante. Unico aspetto  negativo e’ che, nonostante il clima di fiducia sia migliore rispetto a  quello di marzo, 100,6 contro 100,1, non è così per il clima economico,  ancora nettamente inferiore, 87,2 contro 93,5 di marzo. E’ decisamente  preoccupante il giudizio sulla situazione economica dell’Italia, che più che raddoppia in senso negativo, passando da -70,2 di marzo a -148,7 di  giugno, peggiore anche rispetto a maggio quando segna -139,9. Pessimo  anche l’andamento del giudizio sulla situazione economica della famiglia  che, per quanto in lievissimo miglioramento rispetto a maggio, -29 contro  -29,8, crolla rispetto a marzo, quando era -19,1”.

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