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ISTAT: con il salario minimo a 9 euro all’ora ci saranno benefici per 3,6 mln rapporti lavoro | Il documento

L’innalzamento della retribuzione oraria minima a 9 euro comporterebbe un incremento della retribuzione annuale per 3,6 milioni di rapporti di lavoro. Per questi rapporti l’incremento medio annuale sarebbe pari a circa 804 euro pro-rapporto, con un incremento complessivo del monte salari stimato in oltre 2,8 miliardi di euro. Lo ha sottolineato Nicoletta Pannuzi, dirigente il Servizio sistema integrato lavoro, istruzione e formazione di Istat, in audizione in commissione Lavoro alla Camera sul salario minimo.

I rapporti con retribuzione oraria inferiore ai 9 euro lordi sono quasi un quinto del totale (il 18,2%, circa 3,6 milioni di rapporti) e coinvolgono circa 3 milioni di lavoratori, ha specificato l’Istituto di statistica. I rapporti con retribuzione inferiore ai 10 euro salgono al 30,6% (per un totale di poco più di 6 milioni di rapporti) e coinvolgono quasi 5,2 milioni di lavoratori.

Per entrambe le soglie, i rapporti con retribuzione inferiore si concentrano tra gli apprendisti (53,4% per i 9 euro e 71% per i 10 euro) e gli operai (23,3% e 38,8%), nei settori delle altre attività di servizi (59,6% e 71,6%), in quelli del noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (32,9% e 48,4%), nelle attività artistiche, sportive di intrattenimento e divertimento (28% e 42,3%), dei servizi di alloggio e ristorazione (23,2% e 44,6%). Quote di rapporti a bassa retribuzione più elevate della media si osservano tra le donne (20,7% per i 9 euro e 34,8% per i 10), i giovani sotto i 30 anni (29,2% e 46,6%) e tra coloro che lavorano al Sud (28,5% e 43,6%) o nelle Isole (22,7% e 38,4%).

Con una fissazione di un salario minimo a 9 euro/ora, l’incremento medio annuale sarebbe pari a circa 804 euro pro-rapporto, con un incremento complessivo del monte salari stimato in oltre 2,8 miliardi di euro. L’adeguamento alla soglia minima di 9 euro determinerebbe un incremento sulla retribuzione media annuale dello 0,9% per il totale dei rapporti e del 14,6% per quelli interessati dall’intervento. Gli incrementi percentuali più significativi si avrebbero – come atteso – nei settori delle altre attività di servizi.

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