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[Il retroscena] La rivelazione del ministro all’Istruzione Bianchi: «Potevamo tagliare 130 mila posti e vi spiego perché»

Nessun taglio per la scuola. Questa la scelta del governo Draghi, riportata dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Nonostante «dal 2021 al 2032 avremo un milione e 400 mila bambini in meno, che avrebbe potuto significare 130 mila insegnanti in meno», spiega. «Ma fino al 2026 il numero dei docenti rimarrà inalterato e tutte le risorse rimarranno nella scuola. Forse il dl va letto meglio, la sua lettura credo sia stata affrettata. Col Pnrr arriveranno 17,5 miliardi nelle scuole: 10 mld in infrastrutture, 2 nel digitale e 5 per la qualità della didattica, 1,5 per intervenire sulle differenze territoriali. Una tale cifra per la scuola non si è mai vista».

«La contrattazione» per il rinnovo dei contratti dei docenti «è partita, è previsto un intervento significativo per il comparto, sono stati aggiunti 300 milioni, magari non sufficienti per i sindacati» dice Bianchi a Sky. «Ho grande rispetto delle rappresentanze e della legittima espressione del sindacato e degli insegnanti, ma si mettono insieme argomenti diversi: da una parte c’è appunto il rinnovo del contratto, che sta percorrendo la sua strada, con la convocazione delle parti all’Aran, dall’altra, sul fronte della formazione, c’è il confronto sul pezzo scuola del Pnrr: rispetto a questo, ricordo che le riforme del Pnrr vedono un rapporto diretto con la Commissione Europea», ha concluso il ministro Bianchi. Il ministro, infine, rispondendo ad una domanda, ha detto di aver saputo che l’adesione allo sciopero sarebbe intorno al 12%.

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