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[Il documento] Istat: inflazione mai così alta dal 1984

Secondo i dati Istat, il forte balzo dell’inflazione arriva all’11,9% nel mese di ottobre: un record che non si toccava dal lontano 1984. Secondo le stime preliminari, infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra a ottobre un aumento del 3,5% su base mensile e dell’11,9% su base annua (da +8,9% del mese precedente).

La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +73,2%) sia regolamentati (da +47,7% a +62,1%) sia non regolamentati (da +41,2% a +79,5%), e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari (da +11,4% a +13,1%), sia lavorati (da +11,4% a +13,4%) sia non lavorati (da +11,0% a +12,9%) e degli Altri beni (da +4,0% a +4,5%). Rallentano invece i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% di settembre a +5,1%).

«Sono per lo più i beni energetici, sia quelli regolamentati sia quelli non regolamentati, a spiegare la straordinaria accelerazione dell’inflazione di ottobre 2022, con i prezzi dei Beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) che continuano anch’essi ad accelerare, in un quadro di tensioni inflazionistiche che attraversano quasi tutti i comparti merceologici; frenano solo i Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona», è il commento dell’Istat che sottolinea che «bisogna risalire al marzo 1984 per un tendenziale dell’indice generale NIC pari a +11,9%».

L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,0% a +5,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,5% a +5,8%. Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +12,5% a +17,9%), mentre rallentano di poco quelli dei servizi (da +3,9% a +3,7%); si amplia in misura marcata, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -8,6 di settembre a -14,2 punti percentuali).

Nel mese di ottobre accelerano anche i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +10,9% a +12,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,4% a +8,9%). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (+28,4%), degli Energetici non regolamentati (+28,3%) e in misura minore a quelli degli Alimentari non lavorati (+2,4%), degli Alimentari lavorati (+1,7%) e dei Beni non durevoli (+0,7%); in calo invece, a causa per lo più di fattori stagionali, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti (entrambi -0,8%).«È necessario risalire a giugno 1983 (quando registrarono una variazione tendenziale del +13,0%) per trovare una crescita dei prezzi del “carrello della spesa”, su base annua, superiore a quella di ottobre 2022», ha spiegato l’Istituto.

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8,0% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo, ha poi rilevato l’Istat spiegando che secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta del 4,0% su base mensile e del 12,8% su base annua (da +9,4% nel mese precedente). «L’inflazione accelera più di quanto ritenevamo, e purtroppo segna un nuovo record assoluto: la corsa dell’indice dei prezzi sfiora il +12%, con un’impennata del carrello della spesa che sfiora il 13%. Una dinamica che nel nostro Paese non si vedeva da quasi quarant’anni, come sottolinea la stessa Istat», ha commentato l’Ufficio Economico Confesercenti.

«Ovviamente, i beni energetici continuano ad essere i principali colpevoli della corsa dei prezzi, ma gli aumenti si sono ormai ampiamente diffusi a tutti i beni. Una situazione critica soprattutto per le famiglie economicamente più deboli, che scontano un’inflazione più alta di circa due punti rispetto alla media», ha proseguito Confesercenti sottolineando che «nonostante le speranze innescate dal calo dei prezzi del gas, il tema caro-bollette si ripresenta dunque con tutta la sua urgenza: il nuovo Governo ne è consapevole, ma è necessario accelerare sui tempi e prorogare subito, e rinforzare ampiamente e con determinazione, i provvedimenti a sostegno di famiglie e imprese».

Anche per l’Unione nazionale dei consumatori il governo deve intervenire subito. Si tratta di «un rialzo congiunturale pazzesco! L’inflazione stava già dissanguando gli italiani, ma ora la situazione è diventata davvero drammatica. Le famiglie da troppo tempo stavano attingendo ai loro risparmi per poter pagare la spesa e le bollette della luce e del gas e ormai i salvadanai sono vuoti. Il Governo deve intervenire immediatamente», ha detto Massimiliano Dona, presidente dell’Unc sottolineando che «non si può attendere il varo della manovra per aiutare le famiglie. Urge un provvedimento retroattivo sulle bollette della luce di questo trimestre, ad esempio annullando l’Iva del 10%, serve aumentare subito il reddito disponibile di chi guadagna meno di 35 mila euro come ha fatto Draghi con il bonus di 200 euro, ma, vista l’inflazione di oggi, quadruplicando l’importo a 800 euro».

Per Assoutenti tale impennata «significa che una famiglia con due figli solo per mangiare si ritrova a spendere 1.011 euro in più su base annua a causa dei rincari registrati nel comparto. Le conseguenze saranno pesanti, perché con i prezzi a questi livelli, l’emergenza bollette che prosegue senza sosta e ora anche il rialzo delle rate dei mutui, un numero crescente di famiglie non riuscirà più a mettere il cibo in tavola e dovrà tagliare la spesa alimentare». Pertanto, Meloni «deve intervenire tagliando l’Iva sui generi alimentari almeno fino al termine dell’emergenza, strada che si può percorrere subito e che porterebbe a calmierare i listini al dettaglio e le tariffe al pubblico di una moltitudine di esercizi».

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