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Gian Primo Quagliano (presidente del Centro Studi Promotor): «Senza incentivi per automobili tradizionali a basse emissioni, anche in Italia crollo verticale delle immatricolazioni»

La pandemia morde meno e le prospettive economiche dell’Europa Occidentale migliorano, ma è ancora allarme rosso per il mercato dell’automobile. A rivelarlo è il rapporto di Promotor che, analizzando i dati diffusi dall’Acea, sottolinea come nei primi cinque mesi del 2021 le immatricolazioni di autovetture sino aumentate del 31,1% rispetto allo stesso periodo del 2020, che era stato penalizzato molto fortemente da lockdown severi. Un confronto che però, rapportato con l’ultimo periodo normale corrispondente, cioè gennaio-maggio 2019, vi è un calo di ben il 25%, oltre a delle prospettive per i prossimi mesi particolarmente delicate.

La pandemia ha colto il settore dell’auto nella fase iniziale della difficile transizione verso l’auto elettrica. Aumenta l’interesse, oltre agli incentivi, ma i risultati complessivi delle vendite di auto sono ancora fortemente condizionati dagli acquisti di modelli tradizionali, che hanno un ruolo assolutamente fondamentale per sostenere i bilanci delle case automobilistiche e porle in condizione di continuare ad investire nell’elettrico. Il mercato italiano per questo è quello che ha subito un danno più contenuto rispetto agli altri. Da noi, nella seconda parte del 2020 e nei primi mesi del 2021, accanto ad incentivi molto generosi per le soluzioni elettriche, sono stati adottati incentivi anche per sostenere gli acquisti di vetture con alimentazioni tradizionali, ma con emissioni contenute entro la soglia dei 135 gr/km di CO2.

Nei cinque maggiori mercati dell’Europa Occidentale, nel gennaio-maggio 2021, a fronte della contrazione del 19,3% dell’Italia, vi sono infatti cali del 22,7% in Francia, del 27,6% in Germania, del 30,8% nel Regno Unito e del 35,9% in Spagna. Come spiega Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. «Italia meglio degli altri paesi europei dunque, ma lo stanziamento per gli incentivi all’acquisto di auto con alimentazioni tradizionali con emissioni comprese tra 61 e 135 gr/km di CO2 che avrebbero dovuto durare per l’intero primo semestre 2021, si è esaurito l’8 aprile e in mancanza di un rinnovo per i mesi che mancano per arrivare alla fine del 2021 è lecito prevedere un crollo delle immatricolazioni che striderà fortemente con il quadro economico generale che è in buon recupero».

Il Centro Studi Promotor sottolinea come occorrerebbe dunque che, in sede di conversione in legge del Decreto Sostegni-bis, si introducessero nuovi incentivi per l’acquisto di auto tradizionali con emissioni non superiori a 135 gr/km di CO2 e ciò per far si che anche l’auto dia un contributo allo sforzo che il Paese sta facendo per lasciarsi alle spalle i guasti della pandemia.

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