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Giampiero Massolo, presidente Ispi: “In economia dobbiamo imparare a vivere con l’incertezza e la frammentazione” | Lo scenario

“Dobbiamo imparare a convivere con l’incertezza e con la frammentazione, abbiamo abbandonato un ordine mondiale liberale che era sufficientemente confortevole nelle sue certezze perché era un ordine essenzialmente a guida occidentale.

Era un sistema in cui le regole del mercato e in generale il libero mercato erano l’ispirazione complessiva grazie a questo mito della globalizzazione senza limiti.

Ma questo periodo è finito.

Una globalizzazione mal gestita ha provocato una sostituzione del concetto di mera convenienza con una valutazione del mondo e di quello che ne consegue più dal punto di vista della sicurezza”.

Lo ha detto Giampiero Massolo, presidente di Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) e di Mundys, durante un una conferenza promossa da PwC Italia in collaborazione con Gedi, sottolineando che “in un mondo che qualcuno definisce G0, ovvero senza più nessuna potenza che da sola può dettare tutti gli item dell’agenda globale, di fatto quello che succede è una sorta di tana libera tutti.

Da un lato abbiamo una super potenza americana che è sempre più a disagio con il ruolo di guida del mondo, dall’altra parte una Cina che si candida a essere la potenza leader del mondo in un futuro più o meno prossimo ma che non ha ancora la possibilità né economica né la credibilità politica per essere già ora protagonista di questo.

Abbiamo una potenza riluttante e una potenza ancora non pronta, questo fa sì che il mondo diventi ampio spazio per conflitti di ogni genere che scalano da locale a regionale a globale mentre le medie potenze trovano moltissimo spazio, cosa che in un mondo più ordinato non succederebbe”.

Massolo ha osservato che in questo scenario “si sovrappongono le sfide geopolitiche, siamo tornati al concetto di confine e territorio con una serie di sfide che sono in qualche modo conseguenza della globalizzazione, dalla transizione energetica, al cambiamento climatico, all’immigrazione, al terrorismo.

Tutto questo fa sì che queste multicrisi che si sovrappongono possano essere mitigate ma non possano essere risolte”.

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