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[L’intervento] Francesco Marsico (responsabile Servizio Documentazione Caritas Italiana): «La ripresa economica e occupazionale non risolverà automaticamente il problema della povertà, servono adeguate politiche pubbliche»

Le-sfide-della-nuova-poverta

«Non bisogna parlare di nuove povertà ma di nuovi poveri. La povertà è sempre quella: una condizione di assenza o scarsità di risorse economiche e materiali. La povertà non è poi uguale ovunque perché i contesti non sono gli stessi. Si parla infatti di modelli di povertà». Ha inizio con questa precisazione l’intervento di Francesco Marsico, responsabile del Servizio Documentazione della Caritas Italiana, al 5° incontro del Corso di Formazione all’Impegno Politico e sociale organizzato dall’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Sabina-Poggio Mirteto, che si è tenuto venerdì sera a Monterotondo.

«La povertà è un fatto sia sociale che storico, che ha avuto nel tempo le sue connotazioni specifiche, – ha ribadito Marsico – Nella società frammentata di oggi ci sono stati cambiamenti nella famiglia, nel mercato del lavoro e nel sistema di welfare. Si è quindi allargato l’orizzonte del rischio, coadiuvato dai processi di individualizzazione e deistituzionalizzazione».

L’aiuto all’Ucraina

In questo periodo in particolare al centro degli interventi della Caritas si trova il sostegno alla popolazione ucraina: «Caritas italiana si sta muovendo secondo due direttrici – ha affermato Marsico – da un lato il sostegno alle Caritas coinvolte dalla tragedia dei profughi in Polonia, Romania e Moldavia, dall’altro l’accoglienza diretta qui in Italia aiutando le comunità territoriali a trovare modalità adatte di accoglienza per questo esodo che vede coinvolte soprattutto donne con figlie e che avrà una durata quantomeno media, di 2-3 anni, visto il grado di distruzione delle città ucraine ».

Aumenterà la contrazione di risorse per il sociale

La prospettiva futura della povertà sarà sempre più condizionata da fattori esterni: «La povertà ha natura trasversale e si è ormai diffusa in ogni parte della società. La ripresa economica e occupazionale non ne risolveranno automaticamente il problema, servono adeguate politiche pubbliche».

A ciò si aggiunge che «nei prossimi anni il trend di contrazione di risorse per il sociale si acuirà ulteriormente, parallelamente all’aumento della tassazione indiretta che gli enti locali dovranno operare per reperire risorse per i servizi essenziali (trasporti, utilities, scuola materna, nonché servizi per la disabilità e gli anziani, etc.). Le dinamiche di sussidiarietà ora presenti nei territori continueranno a modificarsi in maniera regressiva», ha ribadito Marsico.

Diversi interventi sono stati realizzati in questi anni: «Le Diocesi italiane e le Caritas diocesane si sono trovate in prima fila a fronteggiare il disagio delle famiglie operando principalmente attraverso tre strumenti di sostanziale sostegno ai redditi: sostegno economico a fondo perduto, microcredito cosiddetto sociale e distribuzione alimentare, anche in forme inedite».

Nuovo schema di collaborazione pubblico-privato

È arrivato però il momento di creare una prospettiva diversa con un ripensamento dello stile di partnership tra pubblico e privato, grazie al quale «lo schema pubblico-privato lascerà il posto a forme inedite di sussidiarietà circolare in cui il privato sociale non è subalterno e “convocato”, ma diviene soggetto titolare». Non solo, ma sarà necessario valorizzare tutte le risorse locali, quali «le risorse gratuite del volontariato e di nuove forme di impegno territoriale, le fondazioni bancarie e le connessioni con le nuove forme di welfare aziendale e di rimodulazione della responsabilità sociale di impresa», ha concluso Francesco Marsico.

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