Analisi, scenari, inchieste, idee per costruire l'Italia del futuro

Massimo Ferrari, DG Webuild: “Il prossimo rialzo dei tassi sarà contenuto, siamo vicini al picco”

«Auspichiamo di essere vicini al picco, già oggi ci sono le prime proiezioni sulle aspettative degli investitori e degli economisti che indicano che una riduzione dei tassi possa avvenire alla fine del 2023». Ad affermarlo è Massimo Ferrari, Direttore Generale Webuild, intervenuto questo pomeriggio a Menabò su Rai Radio Uno. «Credo che il prossimo rialzo dei tassi da parte della Banca Centrale europea sarà contenuto e soprattutto che a breve perverranno, e forse sono in parte già arrivati, segnali che siamo vicini alla fine dei rialzi», spiega. «Anche perché la curva dei tassi è inclinata e le aspettative di inflazione iniziano ad avere una flessione importante verso il ribasso. Auspichiamo di essere vicini al picco».

«Le Banche centrali hanno agito con una rapidità e una violenza mai registrata negli ultimi 20 anni, passando da politiche molto espansive a politiche molto restrittive per combattere l’inflazione, che comunque in Europa ha radici molto diverse rispetto agli Stati Uniti. Ma in Europa è servito per la stabilità del sistema». La Fed probabilmente, sottolinea, «ha sottovalutato il rischio legato alle banche regionali, che hanno asset inferiori ai 250 miliardi, che stanno dando segnali di forte instabilità», ha sottolineato Ferrari, evidenziando che questa crisi ha fatto emergere un elemento di novità. «Con il crollo di SVB, sono stati ritirati 68 miliardi di dollari in un solo week-end, quindi la corsa agli sportelli ormai avviene online e questo rappresenta un rischio per la stabilità del settore finanziario che va monitorato anche a livello di Banche centrali».

Ferrari ha poi concluso ricordando che la Bce «ha investito molto per dare stabilità al sistema negli ultimi anni. Le banche europee sono molto più patrimonializzate, hanno un rapporto tra attivo e passivo molto più equilibrato e hanno ridotto significativamente l’esposizione ai derivati, e questo vale anche per Deutsche Bank che per anni è stata all’indice per la sua esposizione. Il sistema bancario europeo è sicuramente più stabile rispetto al passato, sia per i risparmiatori, sia per il sostegno fondamentale che dà all’economia. Su Credit Suisse già da tempo c’erano segnali di criticità sotto vari profili, ma la Banca Centrale svizzera non appartiene al sistema Bce».

SCARICA IL PDF DELL'ARTICOLO

[bws_pdfprint display=’pdf’]

Iscriviti alla Newsletter

Ricevi gli ultimi articoli di Riparte l’Italia via email. Puoi cancellarti in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza utente.