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Fabrizio Salini (AD Rai): «Così in Rai abbiamo limitato l’impatto della crisi»

«Abbiamo rafforzato la competitività dell’azienda mettendo al centro il Servizio Pubblico, abbiamo avviato con successo, implementandolo, il processo di digitalizzazione, ringiovanito il target di riferimento e diviso i contenuti dell’offerta per generi». Così l’Amministratore Delegato della Rai, Fabrizio Salini, in audizione in Commissione di Vigilanza Rai.

«Un percorso – ha affermato Salini – che è stato possibile anche in virtù di una collaborazione istituzionale che ha permesso un confronto costruttivo con l’azionista, grazie al quale è stata inserita nella Legge di Bilancio una norma che elimina il cosiddetto prelievo del 5% che prima veniva applicato sui ricavi da canone, restituendo così alla Rai parte di quello che i cittadini pagano per il Servizio Pubblico e che veniva precedentemente trattenuto dallo Stato».

«In questo modo la Rai, che prima percepiva 74 dei 90 euro che il cittadino pagava per il canone, ora ne riceverà 77, circa l’86% di quanto versato. Una cifra ancora lontana dai 200 milioni ai quali si arriverebbe se fosse riportato in Rai anche l’intero extragettito che consentirebbe all’Azienda di contare su risorse in linea con gli impegni che deve assolvere stando a quanto stabilito nel Contratto di Servizio».

Sono tante, prosegue Salini, le difficoltà affrontate nel 2020, ma «nonostante gli effetti economici della pandemia, che ha visto la quasi totalità dei public service europei chiudere i bilanci in negativo, ci avviamo a chiudere il 2020 in sostanziale pareggio. Un risultato non scontato, avvenuto in un contesto in cui l’Ebu, l’Unione europea di radiodiffusione, a giugno scorso aveva stimato che la crisi avrebbe prodotto ricadute negative sui bilanci 2020 di quasi tutti i Servizi Pubblici europei».

«Grazie ad una gestione attenta ai costi e alle azioni di contenimento messe in atto, la Rai è riuscita invece a limitare l’impatto della crisi», ha spiegato l’AD, annunciando che «anche il 2021 sarà un anno particolarmente impegnativo per l’azienda ma per il quale sono previsti grandi investimenti che abbiamo scelto di destinare ai grandi eventi sportivi che sono stati procrastinati per la pandemia, associati al mantenimento costante degli investimenti in cinema, fiction, cartoni, documentari e al forte incremento dell’offerta digitale che ha richiesto maggiore impegno per l’ammodernamento tecnologico e la produzione dei contenuti».

«A questo si aggiunge il perdurare degli effetti della crisi economica che porta ad una riduzione dei ricavi, in particolar modo quelli pubblicitari e derivati dai canoni speciali, sui quali c’è un attento monitoraggio alla luce delle gravi difficoltà che hanno colpito alcune delle categorie interessate».

Inoltre, precisa Salini, «nel 2019 la Rai è stata il Servizio Pubblico europeo più seguito nella fascia di età 15-24 anni e nel 2020 la platea Rai si è ringiovanita di 0,4 anni senza considerare i dati di RaiPlay. Rai1 registra nel 2020 i migliori tassi di crescita sulle fasce più giovani della popolazione 15-24enni, storicamente più difficili da attrarre dalla prima rete Rai».

Con un linguaggio semplice e adatto, la Rai ha dimostrato di saper stare al fianco del Paese e fornire ai giovani validi servizi di supporto nei momenti più difficili della pandemia durante il primo lockdown, con contenuti rivolti agli studenti e ai bambini. Formazione e intrattenimento per superare lo stress e l’isolamento.

Salini ha poi voluto sottolineare l’attenzione dell’azienda per la parità di genere: «la Rai si sta impegnando con tutte le sue forze sulla parità di genere. Da poco abbiamo avviato la main media partnership a sostegno di Women Twenty, l’engagement group del G20 specializzato sull’empowerment femminile».

«Il Servizio Pubblico darà supporto a Women Twenty con tutte le sue piattaforme editoriali in linea con l’impegno dell’ultimo anno, in cui l’Azienda ha avviato progetti nell’ottica dell’equilibrio di genere, sia sul fronte del contenuto che gestionale», ha aggiunto.

«Negli ultimi tre anni abbiamo basato la strategia dell’azienda su temi come alfabetizzazione digitale, riduzione del gender gap, coesione sociale, ringiovanimento del target, inclusione. Temi che sono orgoglioso di aver messo al centro della vita della Rai – ha concluso – e che sono diventati la base su cui tutto il resto si innesta. A dimostrazione che il Servizio Pubblico ha la forza e la capacità per uscire brillantemente dalla crisi che sta colpendo tutto il mondo».

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