«L’incertezza per la salute, il dolore per la perdita di persone care, l’impossibilità di avere condivisioni e relazioni più ampie fuori dalla quotidianità domestica. In più, c’è l’incertezza economica che genera paura. Tanti genitori vivono l’ansia di ciò che può accadere domani, per se stessi e per i loro figli» e «a questa sofferenza la politica deve dare una risposta». Così la ministra alla Famiglia Elena Bonetti in un’intervista a Il Messaggero.
«Con il Family Act, abbiamo messo in campo l’assegno unico universale come prospettiva di stabilità proprio per contrastare l’insicurezza e l’incertezza. Italia Viva ha insistito sulla riapertura delle scuole e continua a insistere sull’emergenza educativa perché nelle relazione tra generazioni, si gioca lo sviluppo del Paese e il futuro di noi tutti».
«Tutto il Paese sta vivendo solitudine e isolamento con ricadute pesanti. Ma dall’ansia e dall’incertezza si può uscire quando si ha davanti una prospettiva. Ed è questo che la politica deve offrire, accompagnando il Paese in percorsi di ripartenza».
«Un piano vaccinale che funziona ha ricadute di riattivazione, anche di tipo psicologico. Perché dà concretezza alla speranza di uscire dalla pandemia. Lo stesso discorso varrà, coerentemente con il miglioramento dei dati, per le riaperture delle scuole e delle altre attività sociali, formative, ricreative. Che aiuteranno l’idea che c’è un tempo da vivere davanti a noi e vale la pena viverlo con fiducia. E non da soli».
Bonetti spiega quindi che per sostenere le famiglie, oltre all’assegno unico universale, «ci sono tutte le altre azioni che il Family Act renderà strutturali ma che abbiamo anticipato in questa fase di emergenza per aiutare le famiglie nella parte educativa. Abbiamo investito 199 milioni del bilancio 2020 in progetti per l’educazione, anche per affrontare quelle diseguaglianze amplificate dalla chiusura delle scuole. Ricorderà i centri estivi lo scorso anno e la valorizzazione della rete degli enti locali e del terzo settore che agiscono nell’ambito dell’educazione non formale. Quest’anno ancora di più dobbiamo offrire percorsi e attività educative per bambini e adolescenti».
In modo da aiutare anche i genitori? «Ma certo. Intendo non solo riproporre ma rafforzare l’esperienza dello scorso anno, e questo avrà anche l’effetto di alleggerire il peso che oggi grava sui genitori. Le famiglie devono sapere che per l’estate che sta arrivando possono contare su attività educative per i loro figli».
«Ho già avuto prime riunioni con l’Anci, l’Unione delle province, le città metropolitane, le Regioni. Coinvolgeremo il ministero dell’Istruzione, che già sta lavorando sulle scuole, ma anche quello della Cultura con la rete museale, la musica e lo spettacolo, quello delle Politiche giovanili e il dipartimento per lo Sport. Protagonista di tutto questo sarà anche quest’anno il mondo del terzo settore che in Italia svolge un ruolo fondamentale».
Inoltre, aggiunge, «un importante fronte aperto sul Recovery è il raddoppio dei posti disponibili negli asili nido, che rientra nel progetto dei fondi Ue e va a integrarsi con tutte le misure dette finora. Noi abbiamo da poco pubblicato un bando di 700 milioni di euro per i Comuni, per costruire asili nido, centri polifunzionali, scuole d’infanzia e per la riqualificazione di edifici destinati a progetti innovativi nell’ambito dell’educazione. In generale la riqualificazione urbana, prevista dal Recovery e che significa ridisegnare i luoghi di comunità nelle città e nei comuni, dotandoli anche di servizi più funzionali, aiuterà le famiglie».
«Lo sforzo delle donne – ricorda infine – ha retto il nostro Paese sotto ogni punto di vista: a partire dal lavoro negli ospedali, nei supermercati, nelle farmacie, nei centri di ricerca, nella scuola, nelle forze di polizia. Questo protagonismo deve avere una rispondenza nelle scelte della politica. Dobbiamo tutti impegnarci a rendere fattiva la parità di genere e a restituire alle donne la centralità che hanno già dimostrato di avere nella tenuta sociale del Paese».