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Federico Cafiero De Raho (procuratore nazionale antimafia): «Riforma della Giustizia: un passo avanti molto importante»

Sulla riforma della Giustizia, il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, sostiene che ci sia stato «un passo avanti molto importante. Direi decisivo». E sostiene che questa norma sta dando modo al nostro Paese di «avere una giustizia giusta» e «che si celebrino in tempi corretti e ragionevoli».

«Ma, appunto,» aggiunge «è necessario che i processi si celebrino. Ora, almeno per quelli sui reati più importanti, sappiamo che non potranno esserci scorciatoie», continua. Sottolinea, però, che ora «la norma è diversa. Ora c’è la certezza che processi per reati gravi, come mafia e terrorismo si celebreranno. E dunque si arriverà a una sentenza, in tutti i casi».

«E questo» aggiunge «è fondamentale: perché esiste evidentemente un’esigenza di giustizia che rende imprescindibile determinare una pronuncia definitiva. La questione è importante perché attiene alla fiducia che i cittadini hanno, e devono avere, nei confronti della giustizia. E il dovere di verità che abbiamo nei confronti delle vittime dei reati e anche di chi entra nelle aule di giustizia in veste di imputato. Oggi, troppo spesso, questo non accade per via di processi oggettivamente troppo lunghi. Determinati però quasi sempre da problemi strutturali», in una intervista a Repubblica.

«Nella riforma» ha quindi spiegato De Raho «la prescrizione è soltanto una delle leve che viene presa in considerazione. Si parla di un rafforzamento dell’organico, sia per quanto riguarda i magistrati sia del personale amministrativo, ugualmente importante. L’idea, per esempio, di avere un nucleo di personale sul quale può fare affidamento un giudice per le questioni burocratiche, è fondamentale. C’è spazio per quelle innovazioni telematiche che dovrebbero dare maggiore rapidità ad alcuni passaggi del processo».

«Si mettono poi anche regole chiare alla fase delle indagini preliminari. Affidando l’applicazione dei principi al controllo del giudice. Ma riconoscendo anche al pubblico ministero il ruolo di primo garante dell’osservanza delle leggi. Mi sembrano scelte sagge, a fronte della necessità di una riforma e vista l’esigenza, improcrastinabile, che arrivava da Bruxelles di avere una giustizia più rapida».

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