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Davide Tabarelli, presidente Nomisma Energia: “Avere solo fonti rinnovabili è un sogno, non un bisogno” | Lo scenario

Guardando ai livelli degli stoccaggi di gas in Italia nel 2023, la crisi energetica dello scorso anno sembra risolta.

“Per l’inverno 2023-2024 siamo sicuramente più tranquilli”, ha detto Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, in un’intervista a MF-Newswires.

Sulla necessità di nuove infrastrutture per il gas, il presidente ha spiegato che “se raggiungiamo gli obiettivi climatici, non ci servono”, ma ha anche ricordato che “in Italia c’è una forte contraddizione tra politiche ambientali e l’esigenza di avere delle strutture”.

Tabarelli si è schierato contro i “superprofitti, non etici, delle società come Shell o Eni”, ma ha anche evidenziato che, secondo lui, “un mondo senza gas, per quanto bello, non è possibile”.

L’invasione russa dell’Ucraina ha generato una crisi energetica che, guardando oggi agli stoccaggi di gas italiani, sembra risolta. Qual è la prospettiva per l’inverno 2023-2024?

Siamo più tranquilli dell’anno scorso, un periodo in cui eravamo davvero in panico.

Siamo più tranquilli perché è stato anche un inverno favorevole e anche perché uno degli elementi che ci preoccupava di più non si è verificato, ovvero che ci fosse un taglio completo dalla Russia.

Inoltre, le scorte sono alte e la domanda è stata bravissima a reagire.

Come hanno fatto i consumatori a essere così virtuosi?

Eh questo è un tema.

Sono stati così bravi che forse lo sono stati troppo.

Potrebbe essere il sintomo di un forte rallentamento economico, ma speriamo non sia una recessione.

Però si, è impressionante quanto siano stati bravi i consumatori italiani a gestire il freddo…quel poco che ha fatto.

In molti citano l’inverno più caldo del previsto per giustificare il calo dei consumi. Ma, in prospettiva delle agende climatiche, tutti questi investimenti per realizzare nuove infrastrutture per i combustibili fossili ci servono?

In Italia c’è una forte contraddizione tra politiche ambientali e l’esigenza di avere delle strutture.

Il discorso è questo: è ovvio che se raggiungiamo gli obiettivi climatici, tutti questi investimenti non ci servono.

Tutta la tassonomia ha cercato di penalizzare la maggior parte di questi investimenti nelle infrastrutture del gas, perché se non avremo bisogno di gas, tutti questi investimenti non ci serviranno.

E allora perché li facciamo?

Una contraddizione aperta all’interno dell’Europa.

La Germania ha realizzato tre rigassificatori e ne ha in programma altri tre, l’Olanda ne ha due e ne arriveranno altri.

Il punto è che le rinnovabili da sole non potranno servire a tutto.

Le strutture ci servono perché noi abbiamo bisogno di rispettare la regola N -1: se viene meno un grande fornitore noi dobbiamo avere la capacità di sostituirlo subito.

Il ministro Pichetto in un suo recente intervento ha ribadito che l’obiettivo primario è eliminare petrolio e carbone, usare invece il gas come fonte di transizione e poi puntare tutto sulle rinnovabili.

Questa di Pichetto Frattini è la stessa affermazione che dieci anni fa usava Corrado Clini, che vent’anni fa narrava Claudio Scajola e di cui quaranta anni fa parlava Donat-Cattin.

Tutti concordano su questo bisogno, ma più che bisogno secondo me è più un sogno.

Perché?

Non c’è bisogno che mi si venga a dire che il carbone è sporco, che il petrolio causa le guerre o i drammi come il Venezuela o la Libia, la Nigeria, l’Iran.

Abbiamo tantissime ragioni per liberarci dei fossili, ma il punto è che sono loro a darci la densità energetica di cui abbiamo bisogno e, soprattutto, come nessun’altra risorsa riesce a offrici.

questione di fisica e di fisica associata al mercato: noi possiamo anche fare a meno del carbone, ma è l’Asia, è tutto il mondo fuori, ancora in fase di sviluppo, che non ne può fare a meno.

Dunque, le società sono legittimate a investire ancora in gas?

Sarò sincero.

Quando vedo la Shell che fa 7 miliardi di utili nel primo trimestre o l’Eni che ne fa 2, ecco questo lo trovo scandaloso.

E sa perché?

Perché questi superprofitti non sono etici.

Noi in Italia, l’alternativa al gas la dovevamo trovare prima di dare tutti i soldi a Putin.

La stessa cosa con l’Algeria, con l’Egitto.

Cioè il gas che sta arrivando a Piombino è egiziano.

È possibile immaginare un mondo senza gas?

Secondo me no.

Ma quel che mi preoccupa di più è che non credo sia possibile fare a meno del carbone del petrolio.

Questo è il dramma.

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