La cultura finanziaria degli italiani è ancora a livelli bassi. Per quanta riguarda gli eventi naturali “le imprese mediamente sono assicurate per il 5%.
Le grandi imprese sono assicurate, le medio e piccole no. Questo finisce per pesare sulle finanze dello Stato. Le abitazioni private hanno lo stesso problema. L’80% sono esposte a un rischio medio-alto di catastrofi naturali. E solo il 5-6% delle famiglie è assicurato”.
Lo ha detto il presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, intervenendo al salone della giustizia.
“L’Italia è un fanalino di coda e questo si sente – ha aggiunto – questo si riflette anche sulla percezione dei rischi. Lavoriamo da anni affinché ci sia un miglioramento”.
Nel 2023, l’industria assicurativa nel mondo ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi naturali. In Italia si è registrato il massimo storico dei danni assicurati: oltre 6 miliardi, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana”.
“il cambiamento climatico è una sfida cruciale. Assistiamo a catastrofi naturali sempre più estreme, frequenti e distruttive – ha aggiunto ancora -, che mettono a rischio un numero sempre maggiore di persone e beni”. E i numeri dell’Ania lo dimostrano: per coprire i danni da catastrofi naturali delle aziende italiane le compagnie assicurative devono far fronte in media ogni anno a risarcimenti per 2 miliardi. Con gli eventi emergenziali come alluvioni e terremoti, per il settore assicurativo potrebbe verificarsi una perdita assicurativa di circa 15 miliardi una volta ogni 200 anni, prevede ancora l’Ania, secondo cui il patrimonio delle imprese soggette al nuovo obbligo assicurativo per i rischi da catastrofi naturali (Catnat) previsti dalla norma è stimata in circa 4.000 miliardi. Ora l’Ania auspica che “il raggio di azione della copertura” assicurativa contro le calamità naturali “sia rapidamente ampliato alla proprietà immobiliare privata, anche con l’ausilio – almeno in avvio – di incentivi di tipo fiscale”.
Gli italiani si proteggono ancora poco, dal punto di vista assicurativo, contro le calamità naturali. Solo il 6% delle 35,3 milioni di unità abitative esistenti ha infatti una copertura assicurativa contro questi eventi, nonostante l’80% delle abitazioni civili sia esposto a un livello di rischio medio-alto dal punto di vista sismico e di dissesto idrogeologico. Per quanto riguarda le aziende, solo il 5% ha una copertura assicurativa, con differenze notevoli in funzione delle dimensioni di quest’ultime. Sul complesso di oltre 4,5 milioni di aziende italiane, è infatti assicurato contro le catastrofi il 4% delle imprese micro, il 19% di quelle piccole, il 72% delle medie e il 97% delle grandi.