La riforma degli Its migliorerà la competitività dell’Italia e darà «segnale di fiducia per giovani, famiglie e imprenditori». A sostenerlo è Gianni Brugnoli, vicepresidente degli industriali per il Capitale umano. «Confindustria ha sempre voluto potenziare la seconda gamba dell’offerta formativa terziaria, subito professionalizzante, parallela all’università, perché le nostre imprese hanno bisogno di laureati, soprattutto nelle discipline scientifico-tecnologiche, ma anche di periti e di diplomati Its, fondamentali per agganciare l’innovazione e spingere la ripresa», dice in un’intervista al Sole 24 Ore.
«Nei miei sei anni di mandato ho avuto un dialogo costante con sei ministri dell’Istruzione e, dopo lo scorporo, con due ministri dell’Università» spiega. «Sono convinto che la riforma degli Its, migliorata nel corso dell’iter parlamentare, anche grazie al nostro intervento, rappresenti un segnale di fiducia per giovani, famiglie e imprenditori, e sostenga la competitività del Paese. Finalmente, dal boom economico degli anni 50-60, le aziende tornano centrali come luoghi di formazione per i nostri giovani, co-progettando i percorsi di specializzazione e fornendo i propri esperti come tutor».
«Un mismatch al 40%, una disoccupazione giovanile oltre il 20% e un tasso di abbandono scolastico anch’esso a doppia cifra, e in ripresa, sono inaccettabili per la seconda potenza manifatturiera d’Europa, tra le prime economie mondiali». Con queste nuove norme «e con i fondi aggiuntivi in arrivo con il Pnrr (1,5 miliardi in 5 anni, ndr)» sottolinea «puntiamo almeno al raddoppio degli iscritti» negli Its.