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Benoit Hanssen (direttore Technology WindTre): «Dl Recovery occasione persa per il 5G»

Il nulla di fatto in commissione alla Camera per l’innalzamento dei limiti di emissione del 5G proposto nell’ambito del Dl Recovery è «un’occasione persa» secondo Benoit Hanssen, direttore Technology di WindTre. Per il manager olandese, «limitare la potenza delle antenne vuol dire obbligare gli operatori a installare nuovi impianti di trasmissione, con la conseguenza di un maggiore impatto sul paesaggio e sulle città, maggiori consumi energetici, più oneri per la burocrazia».

E questo «senza nessun motivo, perché ovunque nel mondo si rispettano le linee guida internazionali, che dopo vent’anni di applicazione su scala globale si sono dimostrate affidabili nella protezione della salute. Con un tetto così basso alla potenza delle antenne (6 volt/metro contro i 61 dei principali Paesi Ue, ndr) servirebbero più impianti con conseguente invasione di antenne. Soluzione, tra l’altro non praticabile perché sappiamo che la disponibilità a concedere lo spazio per nuovi impianti è molto limitata».

Servirebbe quindi permettere alle aziende di operare in tal senso. «Quindi se non si alzano i limiti e non si rilasciano permessi per installare nuove antenne il risultato può essere soltanto una rete congestionata, non in grado di reggere un traffico dati che cresce al ritmo del 40-50% l’anno. Durante il lockdown la rete ha sorpreso tutti per la sua tenuta ma questa resilienza non è frutto di un caso: in Italia sono stati investiti dalle Telco 100 miliardi di euro tra 2007 e 2020. Uno sforzo enorme che ha permesso alla comunità nazionale di reagire e continuare a produrre».

«In futuro potrebbe non essere così a causa dei limiti che l’Italia si è scelta con il rischio di trovarsi in una trappola competitiva: uno dei più importanti tessuti industriali del mondo e che deve continuare a digitalizzarsi per competere, potrebbe perdere terreno a vantaggio dei Paesi europei e di altri emergenti in Asia», conclude Hanssen.

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