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Augusto Minzolini (il Giornale): «In Italia ci sono troppi “maestri del giorno dopo”»

Secondo il direttore del Giornale Augusto Minzolini, c’è una categoria nel nostro Paese, meno male non molto numerosa, che si potrebbe catalogare con l’espressione «i maestri del giorno dopo».

Sono quelli che criticano i vaccini quando l’epidemia è passata e dimenticano le tragedie che si è portata dietro rimuovendo un dato elementare e cioè che grazie al siero l’abbiamo scampata.

Ascoltare questa tesi sulla bocca dei soliti sprovveduti è un conto, sentirla dalla viva voce di un sottosegretario un altro.

O ancora, per cambiare argomento, i maestri del giorno dopo sono quei personaggi stravaganti che nei giorni in cui americani, russi e pure Zelensky cominciano ad usare la parola pace, assurgono a profeti assegnandosi la medaglia del «noi lo avevamo detto» in contrapposizione a chi si era schierato per offrire un appoggio militare all’Ucraina.

I ragionamenti dei maestri del giorno dopo – legittimi per carità – sconfinano però qualche volta nella disonestà intellettuale.

Ed il motivo è semplice: spesso queste posizioni di principio si tramutano in una pseudo ideologia.

A quel punto non c’è pragmatismo, non c’è via di mezzo, non gli sorge alcun dubbio neppure di fronte all’evidenza. Il confronto diventa una contesa.

Nel Covid sono la faccia opposta dell’ex-ministro Speranza: lui chiuderebbe ancora tutto, loro pensano ancora che il vaccino sia puro veleno.

Come pure i pacifisti «disarmati» si cibano dell’ideologia contrapposta a quella degli Amerikani col «Kappa».

Si tratta delle variegate orme degli estremismi, dei populismi spesso stagionali. Invece per sopravvivere, specie in una politica in cui le stagioni sono sempre più brevi, non devi guardare al passato devi attrezzarti per il futuro.

Devi far tesoro dei vaccini, devi capire che le armi a volte sono essenziali per arrivare alla pace, devi convincerti, per dirne un’altra, che a questo mondo non puoi vivere senza l’Europa, un’Europa che se è matrigna devi trasformare in madre.

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