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Anche il nodo dei crediti Iva mette in difficoltà le imprese | Lo scenario

Il presidente di Ccl (Consorzio Cooperative Lavoratori) e Confcooperative Habitat, Alessandro Maggioni, ha denunciato la situazione è che riporta l’esperienza di due cooperative milanesi, sollevando un problema che potrebbe interessare non solo l’edilizia. Come evidenzia, infatti, non sono solo i crediti incagliati del superbonus a mettere in difficoltà le imprese. C’è anche un tema legato ai crediti Iva, con tempi di rimborso da parte dello Stato che rischiano di mettere in difficoltà la sopravvivenza stessa delle imprese.

Sui crediti Iva che le imprese vantano nei confronti dello Stato ci sono «tempi insostenibili per la restituzione ai legittimi proprietari, cioè le imprese che hanno anticipato l’Iva», afferma Maggioni. «Ho l’esperienza di due nostre cooperative, la Cooperativa CclCerchiCasa, da me presieduta, e la Cooperativa Solidarnosc, aderente a Ccl, che hanno realizzato due interventi a Milano. La prima vanta un credito Iva nei confronti dello Stato di 1 milione e 460mila euro, ma non di ieri o dell’anno scorso: 260 mila euro di Iva sono del 2016, 600 del 2018 e 600 del 2019. La seconda invece 1 milione e 20 mila euro, di cui 520mila del 2018 e 500mila del 2020», spiega Maggioni, ricordando che a questi si aggiungono anche gli interessi.

«Quindi da 7 fino a 3 anni noi stiamo sostanzialmente prestando denaro a costo zero allo Stato», aggiunge. «È vero che noi cooperatori siamo sempre molto attenti alla dimensione collettiva, ma penso che sia una situazione non più tollerabile», sottolinea: «Anche perché nella cooperativa CclCerchiCasa dovremo chiudere i collaudi, pagare l’ultima tranche di denaro che va dato all’impresa che ha realizzato bene gli alloggi, ma la cooperativa non è in grado di pagarla perché la liquidità che ha sul conto è significativamente inferiore per questo mancato introito di soldi che lo Stato avrebbe dovuto restituire in tempi un po’ più certi».

Si tratta di un tema generalizzato, per tutti i crediti Iva, anche se pare che nell’edilizia si registri un ritardo maggiore. «Se un anno per il rimborso posso considerarlo fisiologico, 7 è troppo», osserva Maggioni, facendo presente che CclCerchiCasa ha una massa di crediti per circa 3 milioni complessivi: «Un’impresa non strutturata sarebbe già fallita», puntualizza. «Credo che forse parlare meno delle emergenze ma capire quali sono i problemi reali che le imprese si trovano ad affrontare da un punto di vista non solo procedurale ma anche finanziario» conclude «sia una necessità che possa fare bene a tutto il sistema imprenditoriale».

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