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Valentina Marchesini, reparto marketing di Marchesini Group: “La riconversione delle imprese italiane è lenta perché ci sono troppi anziani al comando” | Stati Generali della Ripartenza

Nella giornata del 24 novembre, la responsabile Risorse umane e direttrice della Beauty division e del reparto marketing di Marchesini Group, Valentina Marchesini, ha dialogato con Luca Telese, giornalista di La7, durante il panel “Tra riconversione e innovazione del sistema imprenditoriale italiano”, nel corso degli Stati Generali della Ripartenza organizzati a Bologna dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia.

Valentina Marchesini argomenta circa il tema del panel: “Sul tema riconversione mi sono venute in mente tante cose. Allora, intanto la prima cosa a cui ho pensato sono state le persone. Perché noi dobbiamo lavorare culturalmente sulle persone, perché rappresenta uno dei motivi forse per cui le nostre imprese investono poco in digitalizzazione. La mia impresa non è l’esempio fortunatamente, tant’è vero che mi sono accorta proprio questa settimana che devo un po’ cambiare la narrazione sulla mia impresa. Io ho sempre detto che noi progettiamo e produciamo impianti di confezionamento. Per la verità, le ultime quattro imprese che sono entrate a far parte del nostro gruppo sono delle software house che si occupano di intelligenza artificiale. Quindi forse la narrazione va un attimo rinnovata”.

“Purtroppo tutto questo universo di microimprese – spiega Valentina Marchesini – ha un grande problema che noi dobbiamo attaccare, ossia che gli imprenditori sono anziani. Qui c’è un fatto culturale, un fatto anche generazionale. Mi rendo conto che io, che ho 41 anni, nella mia impresa delle volte, quando si parla di temi di digitalizzazione, faccio fatica io. Immaginatevi che fatica può fare mio padre che di anni ne ha 67, pur essendo un imprenditore sicuramente visionario. Ma su questo universo di microimprese dobbiamo fare attenzione. Perché la mia impresa, come tutte le grandi imprese capo filiera del manifatturiero in Italia, senza le microimprese non lavorano. Io i famosi impianti non li faccio più se non ho lo zincatore, quello che mi fa il pezzo, quello che mi fa la lavorazione. E quelle imprese lì stanno invecchiando. E dobbiamo fare un lavoro culturale anche sui nostri giovani. Io ho il privilegio, perché è un privilegio, di incontrare tantissimi giovani ingegneri, che aspirano ad andare a lavorare nella grande impresa. E invece anche lì la narrazione deve cambiare. Farebbero carriera molto più velocemente se andassero a lavorare nelle piccole imprese. Perché alla Marchesini Group, prima di diventare dirigente, ci metti 30 anni, mentre in una microimpresa, hai la possibilità di diventarne anche socio. Perché se c’è quel determinato imprenditore che si fida di te, magari ti lascia l’impresa. Per dire che dobbiamo puntare davvero nella riconversione per pensare al futuro del sistema imprenditoriale italiano, e ci vogliono sicuramente delle riforme importanti. Delle volte, tra noi imprenditori ci diciamo che siamo degli eroi a fare impresa in Italia. Perché è sempre «nonostante»”.

E poi, circa le retribuzioni, aggiunge: “Anche sul tema dell’attrattività. Chi attraiamo però? Perché anch’io, vi garantisco, sto sul marciapiede tutti i giorni in strada con i nostri ragazzi e, quando tutti gli anni ci incontriamo per fare la revisione delle retribuzioni e ci viene istintivo guardare i netti, mentre la regola ci impone di guardare i lordi, c’è da star male. E poi se di fianco ci metti anche il costo azienda, sei portato a dire “basta, io tiro giù la serranda”. Perché noi vorremmo retribuirli molto di più ed essere molto più attrattivi anche magari verso i nostri ragazzi che se ne sono andati e che vorremmo riportare qui. Ma non ce lo possiamo permettere. Non abbiamo i soldi. E dobbiamo fare i conti con questa cosa e tentare forse di essere attrattivi per altri. Citavate prima l’Albania, e io ultimamente mi dico: “ma cos’ha di meno un giovane che sta studiando Ingegneria Meccanica a Tirana rispetto ad un altro che sta studiando Ingegneria Meccanica in Italia?” Forse niente. E forse io ho qualcosa da offrirgli a questo ragazzo. Di più rispetto magari ad un ragazzo indiano che se vuole tornare a casa dalla mamma ci mette 14 ore. Magari ad uno che è vicino casa sua, forse ho qualcosa in più da offrire”.

“Quindi riconvertire le persone. – conclude Valentina Marchesini – I ragazzi che ora si stanno aiutando nella scelta della scuola, quindi quei figli che devono fare le superiori e auspicabilmente l’università quali lavori faranno? Io non sono in grado di dire ai genitori che mestiere offrirò ai loro figli tra 10 anni. Posso dire loro che lavoro faccio, cambiando la narrazione. Posso dire loro che persone desidererei avere nella mia impresa ovvero delle persone equilibrate, delle persone che hanno passione nel lavoro che fanno. Ma che lavori andranno a fare? Io non glielo so dire. Quindi, credo che dobbiamo avere molta cura delle persone, intese come lavoratori, ma intese soprattutto come cittadini. E credo che questo faccia parte della vera riconversione che dobbiamo fare per pensare almeno ai prossimi 50 anni”.

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