Stefano Folli, su Repubblica, sottolinea come l’opinione pubblica viva con disagio l’incertezza della fase attuale.
Le mosse di Trump, gli attacchi sconclusionati all’Unione europea, le uscite “a braccio” fatte per spargere dubbi e inquietudini, i crolli in Borsa… tutto concorre a creare un clima sgradevole.
Per essere franchi, si diffonde la paura della guerra. O almeno il timore di entrare in un territorio che le generazioni italiane nate dopo il 1945 (ben ottant’anni fa) non hanno mai dovuto esplorare.
Adesso invece qualcosa sta cambiando, e dunque un certo grado di smarrimento è inevitabile ed esso si riflette sui sentimenti delle persone.
In questi frangenti, chi governa rischia di pagare il prezzo più alto, specie quando la maggioranza, come accade in questi giorni, è spaccata al suo interno in forme che non sono riscontrabili in alcun Paese dell’Europa occidentale.
Intanto, Giorgia Meloni persegue con insistenza, ed è difficile darle torto, una linea atlantica. Nel senso che si sforza di tenere l’America vicina alla UE e quest’ultima prossima, per quanto è possibile, agli USA di Trump e Musk.
Tuttavia, un conto sono gli equilibrismi delle cancellerie, tutt’altro conto sono le emozioni della gente. E infatti guadagnano un po’ di voti i partiti che si proclamano “pacifisti”.
Sabato a Roma, nella piazza per l’Europa che sta raccogliendo numerose adesioni, si vedrà quanto conta un’onesta rappresentazione della fede europeista, senza vendette e ritorsioni; e quanto invece contano altre istanze.
In pratica, la linea di demarcazione sarà ben visibile. Da un lato, quanti sono favorevoli all’incremento della spesa militare e sono pronti a vivere la nuova stagione dei rapporti internazionali, pur con tutti i suoi rischi (Prodi in difesa di Ursula von der Leyen: “il riarmo è il primo passo necessario”).
Dall’altro, quanti — magari in modo inconsapevole — lavorano per il disarmo europeo e quindi per consegnarsi a Putin.
I 5S, senza dubbio, ma anche tanti altri: fino al connubio Vannacci-Rizzo. Sono due linee opposte, una mediazione non è possibile.