I metalli rari costituiscono il lato oscuro della transizione energetica.
Robotica, intelligenza artificiale, ospedali digitali, cybersicurezza, biotecnologie mediche, Internet delle cose, nanoelettronica, automobili senza conducente.
Sono tutti i settori più strategici dell’economia del futuro, tutte le tecnologie che decuplicheranno le nostre capacità di calcolo e modernizzeranno il modo di consumare energia, il più piccolo dei nostri gesti quotidiani come le grandi decisioni collettive, si riveleranno legati ai metalli rari.
Queste risorse diverranno la base fondamentale, tangibile, palpabile del Ventunesimo secolo, mentre questa dipendenza delinea già i contorni di un futuro che nessun oracolo aveva predetto.
Pensavamo di affrancarci dalle penurie, dalle tensioni e dalle crisi causate dal bisogno di petrolio e di carbone ma le stiamo sostituendo con un mondo di penurie, tensioni e crisi inedite.
Questo il tema affrontato dal giornalista francese Guillaume Pitron, vincitore del premio Erik Izraelewicz per il giornalismo economico d’inchiesta, edito da Luiss University Press.
“In questo libro – scrive nella prefazione il giornalista Stefano Liberti – costato anni di indagine e ricerche condotte sul campo e in tutto il mondo, Guillaume Pitron racconta il lato oscuro della transizione energetica e digitale, i rischi geopolitici che stiamo correndo e persino il disastro ecologico che l’estrazione e lo sfruttamento indiscriminati di queste risorse rischiano paradossalmente di causare nei paesi produttori.
La guerra dei metalli rari, combattuta spesso in silenzio e lontano dai nostri occhi, è lungi dall’essere perduta: conoscerne le dinamiche segrete e i gravi rischi è tuttavia fondamentale per evitare che la maggiore speranza per il futuro del pianeta e dell’umanità non si trasformi in un terribile incubo”