Stefano Mauri, presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Gems (Gruppo editoriale mauri Spagnol), una realtà tra le più grandi in Italia e tra le più vivaci del settore con sigle che vanno da Garzanti a Salani, passando per Bollati Boringhieri. Ospite del Forum dell’Ansa, ha espresso la sua opinione, sul momento in generale e del comparto editoria, nello specifico.
“Per aiutare i librai bisogna essere veloci. Per due mesi in meno di fatturato ci saranno mille mesi di nulla. Per questo il contributo alla famiglie destinato alla lettura va dato presto – ha detto – le case editrici hanno una dimensione concreta e una dimensione immateriale che è la preparazione dei testi, la parte culturale. La parte immateriale non si è fermata durante il lockdown, anzi gli autori hanno avuto molto più tempo chiusi in casa: chi di migliorare quello che stava già scrivendo, chi di scrivere cose che non pensava. Ci aspettano letture formidabili”.
“Bisogna anche sbloccare l’ingranaggio – ha continuato – c’è paura di fare acquisti dopo aver sofferto. Per questo tutti noi editori abbiamo proposto il bonus per le famiglie: 100 euro per chi ha un bambino di 5 o sei anni ma che possono spendere anche genitori o fratelli più grandi. Bisogna portare gli italiani a leggere di più. Portare la cultura in primo piano, questa è una cosa su cui l’Italia zoppica un po”.
Sulla legge sul libro: “Una Ferrari senza benzina e come un cammello sul cofano – ha detto – quindi difficile essere d’accordo con quella legge che limitava lo sconto e prevedeva fondi che non sono stati stanziati. Ora la richiesta di una app che dia 100 milioni per la lettura è un risarcimento. I settori che sono rimasti chiusi, come le librerie sono quelli che hanno sofferto di pi – ha continuato Mauri – è un mercato maturo e vocazionale, molti operatori sono in questo settore per interesse culturale e si accontentano di bilanci in pareggio. In un settore come l’editoria fino a giugno si lavora per pagare le tasse, da luglio a novembre si pagano gli autori, a dicembre se va bene si guadagna. Stare due mesi senza fatturato è un problema”.
Poi in generale: “Il governo in un momento così difficile dal punto di vista del contenimento dell’epidemia non ha fatto tanto male. Poi si è fatto poco e c’è stata molta disorganizzazione nei due mesi conseguenti. L’Italia forse deve semplificarsi un po’. Ci sono cose da fare in fretta e indirizzare gli sforzi su quelli che hanno sofferto di più”
