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Istat: nel 2020 perdite di fatturato consistenti per nove editori su dieci

Nove editori su dieci avevano previsto per il 2020 una perdita consistente del proprio fatturato rispetto all’anno precedente. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che il 2020, in conseguenza alla pandemia sanitaria, ha rappresentato per gli editori un anno estremamente difficile e incerto.

Intervistati nel periodo tra maggio e settembre, nove editori su dieci hanno previsto per il 2020 una perdita consistente del proprio fatturato rispetto all’anno precedente: uno su tre dal 25% al 50% in meno (32%), circa uno su quattro ha stimato una flessione compresa tra il 50 e il 75% (24,9%). Solo il 7,4% ha previsto di non subire perdite. Gli scenari più negativi in termini di fatturato sono stati prospettati dagli operatori della piccola e micro-editoria: un micro-editore su cinque ha previsto una perdita di oltre il 75%, circa un piccolo editore su quattro ha stimato tra il 50% e il 75% in meno.

Il 40% dei medi invece ha previsto una riduzione di circa un quarto del proprio fatturato (fino al 25% in meno) mentre l’8,6% dei grandi ha previsto di non avere alcuna variazione significativa. Tra le conseguenze più evidenti che la prima fase dell’emergenza ha avuto sull’attività editoriale, gli intervistati segnalano la cancellazione o la sospensione degli eventi e delle manifestazioni per la presentazione al pubblico delle nuove proposte editoriali (83,4%), la mancata partecipazione a saloni/festival letterari (74,1%), il ricorso alla cassa integrazione per il proprio personale (30,3%) e la sospensione o la cessazione di contratti con clienti o fornitori (29%).

Per far fronte all’impatto della pandemia sul settore, le iniziative promosse e realizzate dagli operatori sono state in primo luogo: il rinvio delle nuove uscite editoriali in programma (79,6%, la revisione del piano editoriale 2020, 74,4%), il potenziamento dei canali di vendita on-line (56,4%), il ricorso al lavoro in modalità smart working per il personale interno (54,4%). Quasi un operatore su tre (29,2%) ha inoltre promosso l’ampliamento dell’offerta di titoli in formato digitale.

Nel periodo del lockdown, gli editori hanno attuato anche delle iniziative volte alla promozione della lettura: il 43,6% ha attivato reti con le librerie indipendenti per la vendita e la consegna di libri a domicilio, il 42,8% organizzato eventi di promozione e interazione con i lettori attraverso i canali social o il proprio sito internet. Il 26,9% degli editori ha organizzato presentazioni on-line, letture e consigli di lettura da parte degli autori.

Per restare vicini al proprio pubblico e non far mancare il proprio supporto, gli editori – e soprattutto i grandi editori – hanno anche proposto delle iniziative per garantire l’accesso gratuito per i docenti a webinar, servizi e strumenti per la didattica digitale (il 40% dei grandi e il 20,2% dei medi), la diffusione gratuita di e-book (52,9% dei grandi e il 26,3% dei medi), la possibilità di download o ascolto gratuito di audiolibri riservato alle persone con disabilità (23,5% dei grandi editori). Una quota considerevole degli operatori del settore ha infine aderito all’iniziativa di Solidarietà Digitale del Ministero dell’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione (21,2% grandi, 14,2% medi).

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